Rapporti di lavoro

Jobs act degli autonomi a rischio «asimmetria»

di Giorgio Pogliotti

Il tema delle professioni , soprattutto per le peculiarità di quelle regolamentate, va escluso dall’ambito di applicazione del disegno di legge sul lavoro autonomo , e trattato nel contesto di una specifica riforma organica: è la richiesta avanzata da Confindustria , per voce del direttore dell’Area lavoro e welfare, Pierangelo Albini, nell’audizione di ieri in commissione lavoro alla Camera che sta esaminando il Ddl con le misure per la tutela degli autonomi e la disciplina del lavoro agile.

Rilievi critici dalle imprese anche sulla prevista promozione della partecipazione dei lavoratori autonomi alle gare pubbliche; per Confindustria il Ddl dovrebbe definirla «valorizzando il profilo dell’organizzazione imprenditoriale che, anche alla luce delle novità contenute nel Codice dei contratti pubblici, rappresenta una garanzia per le stesse amministrazioni pubbliche». Quanto alle clausole abusive - il Ddl prevede l’inefficacia di clausole che attribuiscano al committente la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali o con termini di pagamento superiori ai 60 giorni-, per Confindustria si introduce un regime di maggior tutela per il lavoratore autonomo che oltre a derogare alla disciplina del Codice civile sulle clausole vessatorie (che consente di approvarle per iscritto), è più garantista di quanto previsto dal Codice del consumo a tutela dei consumatori. «Il rischio è di creare un ingiustificato squilibrio tra la tenuta dei contratti stipulati dai lavoratori autonomi e quella dei contratti stipulati dagli imprenditori - ha aggiunto Albini -. Imprenditore e lavoratore autonomo vanno assoggettati allo stesso regime contrattale, eliminando dal ddl le previsioni speciali».

Il testo già approvato dal Senato, nelle intenzioni del presidente della commissione, Cesare Damiano, dovrebbe andare in Aula a Montecitorio intorno alla metà di febbraio, con alcune modifiche. «C’è una estrema disomogeneità nel lavoro autonomo tra i Cococo e il lavoro professionale di successo di alto profilo - sostiene Damiano -. Per i Cococo occorre valutare se è possibile riferirsi a standard salariali del Ccnl di riferimento per analoghe mansioni, come accadeva per il lavoro a progetto prima che venisse eliminato. C’è, inoltre, una contraddizione tra la delega che prevede gli ammortizzatori sociali per il lavoro autonomo e la Dis-Coll (l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, ndr) che non è stata prorogata per il 2017».

Per il presidente dell’ Anpal , Maurizio Del Conte il Ddl «colma alcune lacune dell’ordinamento, sia sotto il profilo del lavoro autonomo, che di quello subordinato»; infatti non si introduce una nuova tipologia contrattuale, ma si disciplina il lavoro agile come modalità d’esecuzione del lavoro subordinato. Secondo Tania Scacchetti ( Cgil ), il Ddl «risponde a molte delle questioni proposte dai lavoratori autonomi e dai professionisti», ma restano «assenti misure che possano tutelare la parte più debole del lavoro autonomo, il tema del sostegno al reddito per eventuali periodi di crisi». Anche per Gigi Petteni ( Cisl ) il ddl è «l’occasione per estendere agli iscritti alla gestione separata forme di sostegno al reddito in caso di significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà». Guglielmo Loy ( Uil ) ha proposto la «costituzione di un fondo di natura mutualistico-assicurativa alimentato dal contributo obbligatorio a carico principalmente del committente».

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