Rapporti di lavoro

Ddl lavoro autonomo, presentati 250 emendamenti

di Giorgio Pogliotti

Circa 250 emendamenti sono stati depositati in commissione Lavoro alla Camera al Ddl sulle tutele per il lavoro autonomo e sulla disciplina dello smart working, alla scadenza fissata per le 17 di ieri. La prossima settimana si deciderà sull’ammissibilità delle proposte di modifica (70 del Pd, 60 da M5S, 50 da Si, 30 da Lega e 30 da Fi), mentre secondo il timing indicato dal presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, il testo è atteso in Aula all’inizio di marzo. Gli emendamenti al testo (approvato ad inizio novembre dal Senato) riguardano in particolare l’abrogazione parziale dell’articolo 5 con le deleghe al governo in materia di atti pubblici rimessi alle professioni ordinistiche «già oggetto di esame da parte dei ministeri competenti», nella parte sull’assolvimento di compiti per la «deflazione del contenzioso giudiziario e delle semplificazioni in materia di sicurezza attraverso il fascicolo del fabbricato». Altre due modifiche, come spiega Damiano, riguardano l’articolo 6 «con la proposta di estendere alle professioni non ordinistiche meccanismi di tutela in presenza di una significativa riduzione del fatturato» e la disciplina del lavoro agile con «il riferimento alle condizioni stabilite dalla contrattazione collettiva». Si tratta di vedere quali correttivi supereranno il primo esame in Commissione alla Camera, e se poi avranno o meno il gradimento al Senato.

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