L'esperto rispondeRapporti di lavoro

L’assunzione di personale per imbarcazione da diporto

di Antonio Carlo Scacco

La domanda

Un privato (con patente nautica) proprietario di una imbarcazione da diporto (no nave) con stazza lorda di circa 70 tonnellate, bandiera italiana, ha intenzione di assumere part time un soggetto in pensione per la manutenzione dell'imbarcazione e per la navigazione saltuaria. Come deve essere inquadrato tale soggetto? Secondo la prassi amministrativa il soggetto dovrebbe essere iscritto nelle matricole della "gente di mare" ed essere imbarcato con contratto di arruolamento e/o di comandata (quando l'imbarcazione è in sosta nel porto o in spazi portuali).

Il lavoro marittimo è disciplinato da una normativa speciale prevista nel Codice della navigazione e, per quanto riguarda la nautica da diporto, anche dal relativo Codice (D.Lgs. n. 171/2005 modificato dal D.Lgs. 5/2016). In particolare l’articolo 35 di quest’ultimo stabilisce che “E' responsabilità del comandante o del conduttore dell'unità da diporto verificare prima della partenza la presenza a bordo di personale qualificato e sufficiente per formare l'equipaggio necessario per affrontare la navigazione che intende intraprendere, anche in relazione alle condizioni meteo-marine previste e alla distanza da porti sicuri.” Risulta pertanto pacifico che tale personale debba appartenere alla cd. “gente di mare” (conferma co. 2 dell’art. 36), con applicazione della relativa normativa. Per inciso una sentenza del Tribunale di Genova (20 settembre 2010) ha chiarito come l’imbarco in regime di comandata sia equiparato integralmente all’imbarco effettuato dal marittimo atteso che la comandata rappresenta un particolare rapporto di lavoro nautico che si instaura tra l’armatore e i marittimi adibiti temporaneamente ai servizi speciali durante il disarmo e la sosta della nave in porto.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©