Rapporti di lavoro

Al via l’iter del Ddl sull’equo compenso per i professionisti

di Giorgio Pogliotti

Il disegno di legge sull’equo compenso e sulla responsabilità civile delle professioni ordinistiche ha iniziato ieri l’iter in Commissione lavoro del Senato.

Il Ddl di iniziativa dello stesso presidente della commissione, Maurizio Sacconi (Epi), stabilisce che per compenso equo si intende un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione professionale. Per la misura dell’entità del compenso si fa riferimento ai parametri vigenti, ma ora limitati nell’impiego del contenzioso, ferma restando la discrezionalità del giudice nel valutare caso per caso le criticità del rapporto. Salvo prova contraria, il compenso inferiore ai minimi stabiliti dai parametri vigenti si deve ritenere iniquo. Si consente così di rendere nulle le clausole contrattuali che collocano la remunerazione al di sotto dei parametri minimi vigenti per orientare il magistrato nella soluzione del contenzioso. «Durante l’iter di esame - ha spiegato Sacconi - cercheremo soluzioni per garantire a tutti i lavoratori autonomi livelli minimi inderogabili della remunerazione. Per i molti che non operano entro le regole degli ordini e dei collegi, la soluzione potrebbe consistere nel dare forza di legge ai contenuti minimi degli accordi collettivi sottoscritti da loro organizzazioni di rappresentanza con le associazioni dei committenti».

Altro punto qualificante del testo, che si compone di 4 articoli, è il dies a quo, ovvero la proposta di individuare nel giorno della prestazione il momento da cui decorre il termine di prescrizione della responsabilità civile dei professionisti, con l’obiettivo - ha aggiunto Sacconi - di «evitare le incertezze giurisprudenziali che li rendono difficilmente assicurabili». Il Ddl è stato presentato ieri in conferenza stampa al Senato dallo stesso Sacconi e dal presidente di Energie per l’Italia Stefano Parisi - che ha collocato questa iniziativa «nella prospettiva dello Statuto dei lavori di Marco Biagi» - alla presenza delle organizzazioni di rappresentanza degli ordini e delle casse professionali.

Di intervento normativo «necessario, giusto ed assolutamente lungimirante», ha parlato la presidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, che ha aggiunto «guarda al mondo delle professioni in modo dinamico, fornendo degli strumenti, dall’equo compenso allo stop alle clausole vessatorie, con l’intenzione di non mettere in competizione ed in contrasto le categorie dei lavoratori autonomi». Per Marina Calderone il testo «riguarda gli ordini professionali», mentre «vedo difficile farvi coesistere una strategia per il riconoscimento del diritto all’equo compenso per le categorie professionali non regolamentate perché si fa riferimento all’uso di parametri per misurare l’equità dei compensi che sono stati già definiti dai ministeri vigilanti» degli stessi Ordini.

Positivo anche il giudizio del presidente dell’Adepp (Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati) e dell’Enpam (Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri) Alberto Oliveti: «Condividiamo molto l’iniziativa, sia per l’introduzione di un giusto compenso per i liberi professionisti, sia per la norma sulla decorrenza del termine di prescrizione dell’azione di responsabilità professionale», perché «fissare quel riferimento temporale dà una certezza».

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