L'esperto rispondeRapporti di lavoro

Socio e trasferta forfettaria

di Antonio Carlo Scacco

La domanda

Un socio di una società che collabora all’interno della stessa senza percepire un compenso. Si sposta spesso dalla sua sede di lavoro abituale per visitare clienti ecc. riceve per i chilometri percorsi un rimborso spese a piè di lista e un’indennità di trasferta forfettari. È contestabile la deduzione delle spese relative alle indennità di trasferta forfettarie da parte della società nella determinazione del reddito d’impresa non percependo il socio nessun compenso? Nel contempo è contestabile la mancata tassazione delle indennità di trasferta da parte del socio? Cambia la situazione se il socio è anche amministratore della stessa società? C’è eventualmente un trattamento diverso tra società di persone e società di capitale?

Si ritiene che le spese a piè di lista sostenute dai soci nell’interesse della società non possano essere considerate retribuzione o compenso e siano deducibili dalla società purché contraddistinte dalla inerenza alla attività sociale (principio che sottende alla determinazione del reddito di impresa: cfr. circolare AgE 6/E del 2009) nonché debitamente documentate. Per quanto concerne le indennità forfettarie si rientra invece nella casistica delle prestazioni accessorie (prevista dall’articolo 2345 del codice civile per le sole società per azioni, ma richiamabile anche per le altre società di capitali), con la conseguente necessità della loro previsione statutaria pena la loro indeducibilità. I compensi erogati al socio amministratore (che non sia amministratore unico: cfr. Cass. SSUU 20 gennaio 2017, n. 1545) rientrano nel novero dei redditi di collaborazione coordinata e continuativa (assimilati al reddito di lavoro dipendente), con la applicazione delle relative regole in ordine alla deducibilità dei rimborsi spese (articolo 51 co 5 Tuir).

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