Rapporti di lavoro

In nero un operaio agricolo su cinque

di Francesco Prisco

Ben 10.066 situazioni di irregolarità accertata su 14.746 controlli effettuati, per un’incidenza pari al 68 per cento. Addirittura 1.879 le attività d’impresa sospese e 5.287 persone denunciate.

I lavoratori in nero individuati sono 8.182, per omissioni contributive che raggiungono quota 12 milioni. Le sanzioni amministrative elevate arrivano a 20 milioni. Questo è il quadro delle attività svolte nei primi nove mesi del 2017 dai carabinieri per la Tutela del lavoro in coordinamento con l’Ispettorato del Lavoro, operazioni che hanno visto impegnati 450 militari su tutto il territorio nazionale. I dati sono stati presentati ieri a Roma alla presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette. Il report si è a lungo concentrato sulla campagna “Estate sicura” che da maggio a settembre si è mossa a contrasto del fenomeno del caporalato, anche in virtù della Legge 199/2016 varata un anno fa. In questo caso sono state verificate oltre 25mila posizioni lavorative delle quali 5.593 (circa il 22%) risultate “in nero” ossia totalmente prive di comunicazione alla pubblica amministrazione, mentre altre 3.398 posizioni presentavano irregolarità.

Riassumendo le attività svolte da gennaio a settembre, sono state controllare 14.746 aziende, si è effettuata la verifica sulla posizione contrattuale e previdenziale di 43.685 lavoratori, sono state sospese 1.879 attività d’impresa e sono state denunciate 5.287 persone di cui 38 tratte in stato di arresto. Le evasioni e omissioni contributive accertate valgono 12 milioni, mentre le multe elevate raggiungono i 20 milioni.

Il ricorso al lavoro nero (2.145 unità) e in generale al lavoro irregolare (1.508 unità) di immigrati rimane prevalente, attestandosi sul 34% circa del totale dei lavoratori controllati. Le 25 indagini avviate durante la campagna “Estate sicura” hanno permesso di denunciare all’autorità giudiziaria 48 persone delle quali 13 in stato di arresto per casi di sfruttamento di 203 lavoratori.

Le attività di controllo dei carabinieri si sono poi concentrate sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro alla luce dei quasi 422mila infortuni verificatisi nei primi nove mesi dell’anno. Qui i controlli effettuati sono stati 1.453, per un tasso di irregolarità superiore al 73 per cento. Due siti sequestrati, 1.502 denunce effettuate e multe elevate per più di 3 milioni. I carabinieri hanno accertato 37 casi di truffa agli enti previdenziali per un importo pari a 7,5 milioni, denunciando 260 persone. In ultimo il capitolo del lavoro minorile. I carabinieri hanno verificato la posizione lavorativa di 376 minori accertando situazioni di irregolarità in 175 casi (46,5%). Nessun caso accertato è risultato comunque ascrivibile alla tipologia “child labour”, perché in nessuna circostanza risultavano compromesse istruzione o sviluppo del minore. Area critica, per quanto riguarda lo sfruttamento della manodopera, specie in campo agricolo, è il Mezzogiorno. «Se vogliamo una crescita stabile ed equilibrata del nostro Paese - ha detto Poletti - abbiamo bisogno che anche il Sud abbia maggiori opportunità e questo vale per le caratteristiche di quel territorio che ha per esempio una fortissima vocazione agricola e turistica, una serie di condizioni specifiche sulle quali - ha concluso il ministro - bisogna investire».

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