Rapporti di lavoro

Al traguardo gli Ordini per le professioni sanitarie

di N.T.

Si completa l’assetto normativo per tutte le 22 professioni sanitarie (per un totale di oltre 1,2 milioni di professionisti) ognuna delle quali avrà un Ordine di riferimento. La legge approvata dal Senato in via definitiva introduce 3 nuovi ordini: per le professioni di infermiere, con 436.000 iscritti complessivi, pari al 64% del totale, per le ostetriche con 20.000 professioniste coinvolte (3%) e l’ultimo per i tecnici di radiologia con 28mila operatori, a cui si aggregano le altre 17 professioni, che così portano il totale a 160.000, pari al 24 per cento. Si apre inoltre la possibilità di istituire ex novo un Ordine specifico anche per i circa 65.000 fisioterapisti, che sono quasi il 10% del totale di 680 mila. Si riconoscono nuove professioni (osteopati e chiropratici) e si introduce una cornice aperta e oggettiva per le professioni del futuro, con la possibilità di presentare una richiesta di riconoscimento anche da parte delle associazioni più rappresentative e con tempi certi per il percorso.

Rivista anche la disciplina penale per cui chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000. La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la confisca delle cose che sono state utilizzate per commettere il reato e, nel caso in cui il soggetto che ha commesso l’illecito esercita regolarmente una professione o attività, la trasmissione della sentenza all’ordine, albo o registro competente per l’applicazione dell’interdizione da 1 a 3 anni dalla professione o attività regolarmente esercitata.

Rivista anche la disciplina della sperimentazione clinica. Tra le principali novità criteri più stringenti per i centri autorizzati, che avranno l’obbligo di accreditamento, per qualsiasi fase di sperimentazione, con particolare riferimento alle sperimentazioni di fase I. Viene tutelata e rafforzata la sperimentazione in campo pediatrico e della medicina di genere. Più potere ai pazienti, che sono obbligatoriamente inclusi nelle fasi di valutazione e disegno delle sperimentazioni cliniche, con particolare attenzione alle malattie rare. Fari puntati su indipendenza dello sperimentatore, mancanza di conflitti di interesse e trasparenza sulle sperimentazioni cliniche, inclusi gli aspetti di natura finanziaria. Spazio quindi alle tutele ma anche alle semplificazioni da applicare a livello locale. Più facile, con le dovute garanzie, l’utilizzo dei campioni biologici ai fini sperimentali. Vengono poi introdotti meccanismi di ritorno economico rispetto alle attività di ricerca svolte per i centri sperimentali stessi e l’accademia, per valorizzarne ulteriormente il contributo alla ricerca.

Razionalizzata la macchina dei comitati etici. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge è istituito il centro di Coordinamento nazionale dei comitati etici, con funzioni di coordinamento, monitoraggio e indirizzo per i comitati etici territoriali – elemento di novità rispetto alla situazione attuale.

Arriva poi, ad opera del centro di coordinamento, un modello con gli elementi minimi del contratto unico su base nazionale per le sperimentazioni cliniche. Viene infine introdotta una tariffa unica su base nazionale per le sperimentazioni, da definire nel rispetto dei criteri previsti dal Regolamento 536/2014, di concerto con Aifa.

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