Rapporti di lavoro

Le imprese di Brescia formano dall’interno le competenze 4.0

di Matteo Meneghello

Il mercato del lavoro riparte, ma mancano i profili specializzati e le aziende spesso cercano di supplire alle carenze formative strutturando tra le mura della fabbrica le competenze per creare le figure più adatte alle esigenze produttive dell’industria 4.0.

A Brescia nell’ultimo trimestre le assunzioni nell’industria sono cresciute del 22,4%, mentre il lavoro in somministrazione è cresciuto del 27,1%, massima velocità mai registrata sul territorio. Ma la disoccupazione giovanile resta ancora vicina alla soglia del 30%. Anche a Brescia, molti giovani preferiscono percorsi di studio lontani dal mondo produttivo. «Ci sono giovani che non trovano lavoro e aziende che non trovano lavoratori – sintetizza Giuseppe Pasini, presidente di Associazione industriale bresciana –. Ora ci sono le condizioni perché questi due mondi si parlino».

Le aziende cercano di colmare il gap. «Dobbiamo supplire al ruolo che svolgevano, decenni fa, gli istituti professionali» confermano alcuni imprenditori.

L’ultima iniziativa in ordine di tempo sul territorio è di Gefran, azienda quotata che produce strumenti per automazione e controllo. Pochi giorni fa ha inaugurato un’academy interna, con l’obiettivo di valorizzare giovani talenti. Formazione interfunzionale, mentoring, training on the job e mobilità internazionale sono alcune tappe del programma di sviluppo, con l’obiettivo dichiarato di far crescere «i professionisti dell’industria 4.0 del futuro. Intendiamo costruire e sostenere un patrimonio di competenze distintive allineato ai valori aziendali – spiega Patrizia Belotti, direttore Hr e organizzazione di Gefran – e coerente con la specificità dell’organizzazione».

Camozzi, altra realtà bresciana che sta esercitando un ruolo da protagonista nella transizione del mercato italiano e internazionale verso l’universo 4.0, ha creato da tempo il C_Competence, struttura interna per la formazione e a preparazione dei dipendenti. Feralpi, gruppo siderurgico che sta gestendo un riposizionamento verso produzione a maggiore valore aggiunto, sta spingendo da anni sulll’alternanza scuola-lavoro con il Bootcamp, percorso che comprende orientamento fino all’alta formazione, a beneficio delle figure che un domani saranno inserite all’interno di percorsi aziendali legati al mondo produttivo bresciano. La risposta dell’industria locale è stata anche sistemica. Aib ha varato pochi mesi fa Innexhub, un’alleanza tra Brescia, Cremona e Mantova per supportare le imprese nella trasformazione digitale. «In Confindustria - spiega Pasini - è stato riconosciuto come uno dei modelli che ha meglio interpretato le richieste legate all’esplorazione delle opportunità dell’Industria 4.0».

Aib ha promosso un percorso biennale di studi per formare tecnici superiori per l’automazione e i sistemi meccatronici all’interno dell’Istituto Cerebotani di Lonato, che si affianca all’offerta formativa già messa in campo da anni dell’Its Machina Lonati (Lonati è un’azienda meccanotessile leader globale), specializzato nell’alta formazione per la moda e il design. Sempre l’Aib ha diplomato da poco i primi studenti del Liceo Guido Carli: 4 anni di studi allineati alle esigenze multitasking del mercato del lavoro.

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