Rapporti di lavoro

Politiche attive misurabili

di Gianni Bocchieri

Pubblicato il decreto ministeriale 4/2018 di definizione degli indirizzi generali dell’azione in materia di politiche attive del lavoro, a seguito dell’intesa intervenuta in sede di Conferenza Stato Regioni e Province autonome del 21 dicembre scorso.

Approvato in attuazione dell’articolo 2 del decreto legislativo 150/2015 di riordino dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, il Dm definisce le relative linee di indirizzo triennali e annuali, i tempi di convocazione dei disoccupati da parte dei centri per l’impiego e i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da erogare su tutto il territorio nazionale.

Ministero del Lavoro, Regioni e Province autonome hanno condiviso di garantire il consolidamento della rete dei servizi per il lavoro, l’implementazione del sistema informativo unitario per lo scambio di informazioni tra lo Stato, le Regioni e l’Inps e il potenziamento del sistema delle politiche attive del lavoro, tutto nell’arco dei prossimi tre anni.

Tra gli obiettivi annuali del 2018, invece, è prevista la messa a regime dell’assegno di ricollocazione, dopo la conclusione della sperimentazione e l’avvio della fase a regime sancita con delibera 3/2018 dell’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro e l’avviso per la manifestazione di interesse a partecipare alla misura da parte degli operatori. Inoltre, entro la fine del 2018 si prevede di avviare una strategia di contrasto alla disoccupazione di lunga durata che intervenga tra il tredicesimo e il diciottesimo mese di disoccupazione con un accordo di inserimento lavorativo.

Il Dm stabilisce che la verifica degli obiettivi annuali sia effettuata con la definizione di un nucleo minimo di indicatori individuati (allegato A al Dm), tra cui: il numero di patti di servizio stipulati; i partecipanti alle politiche attive; lo stato occupazionale dei partecipanti a interventi di politica attiva a 3, 6, 12 mesi dalla fine della misura; il numero di percettori dell’assegno di ricollocazione inseriti nel mercato del lavoro.

Confluiti nell’allegato B del provvedimento, i Lep si distinguono nelle due categorie delle prestazioni rivolte alla persona in cerca di lavoro e di quelle rivolte ai datori, declinati in termini di attività da realizzare (output), e di risultato da raggiungere (outcome).

Infine, a ogni servizio viene associato un codice che è quello da valorizzare nella scheda anagrafica professionale (Sap) per la raccolta dei dati relativi ai servizi erogati a ciascuna persona.

Si tratta di una prima importante nomenclatura comune dei servizi all’impiego, sebbene resti da verificare la sostenibilità economica per l’effettiva esigibilità delle diverse prestazioni così come definite nell’allegato B del Dm.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©