L'esperto rispondeRapporti di lavoro

CIGS con pagamento diretto e revoca autorizzazione

di Imbriaci Silvano

La domanda

Cassa integrazione straordinaria con pagamento diretto ai lavoratori da parte dell'INPS, l'azienda fallisce e successivamente un decreto del Ministero ne revoca l'autorizzazione, quali sono le conseguenze per i lavoratori e per l'azienda fallita?

La revoca dell’autorizzazione alla CIGS (che in questo caso si presume effettuata in quanto non vi è stata la ripresa dell’attività lavorativa) comporta che le prestazioni erogate (in questo caso) direttamente dall’INPS siano divenute indebite, con contestuale riattivazione, dalla data di decorrenza della revoca, dell’obbligo retributivo e contributivo a carico del datore di lavoro, per tutto il periodo antecedente la dichiarazione di fallimento. Occorre però osservare che l’INPS, con messaggio n. 7674/2011, relativamente all’art. 1 Decreto Legge - 11/06/2002, n.108 – conv. in l. n. 172/2002, ha chiarito che nel caso di concessione della Cigs, successivamente oggetto di revoca per motivi non derivanti da comportamenti illegittimi dei lavoratori, questi ultimi hanno diritto alla conservazione dell’indennità ricevuta nonché della contribuzione previdenziale figurativa, oltre alla corresponsione di eventuali prestazioni accessorie. In tale caso, il recupero dei crediti relativi alle prestazioni erogate in favore dei lavoratori è effettuato dall`Inps direttamente nei confronti delle aziende. Negli altri casi, si ritiene invece che l’INPS possa chiedere direttamente ai lavoratori la restituzione delle prestazioni indebitamente erogate, mentre il lavoratore potrà insinuarsi nel passivo del fallimento per il pagamento delle retribuzioni non erogate (al netto dell’insinuazione dell’INPS per i contributi relativi al periodo di CIGS non versati).

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