Rapporti di lavoro

Il business plan europeo premia l’analisi degli scenari alternativi

di Alberto Bonifazie e Silvia Prati

Il business plan è il fattore indispensabile per trasformare un’idea imprenditoriale in un progetto sostenibile e finanziabile. È qui che il consulente aziendale può trovare il proprio spazio nell’ampio mondo dell’europrogettazione, all’interno del team che supporta il cliente nel suo percorso di crescita, composto dagli europrogettisti, dagli esperti in marketing aziendale o in internazionalizzazione. Per sostenere le imprese nella caccia alle opportunità offerte dai fondi Ue, ma non solo.

Un documento strategico
Intorno a questo documento strategico si sviluppano i processi di istruttoria per la concessione delle varie forme di sostegno finanziario: dai contributi a fondo perduto dei programmi tematici europei ai fondi strutturali e di investimento a gestione nazionale e regionale che si focalizzano sullo sviluppo locale. Ma il business plan è anche uno strumento indispensabile per accedere al credito bancario (per esempio per la parte di investimento non coperta dal finanziamento europeo) o per ricercare nuovi investitori. Si va affinando la capacità degli operatori finanziari di orientare le proprie valutazioni anche sulla base di dati e informazioni previsionali. E su questo aspetto dovranno rafforzarsi le competenze delle imprese e, soprattutto, dei loro consulenti nei prossimi anni.

Sul piano operativo questo documento deve svilupparsi intorno a un punto di forza fondamentale: concepire il piano d’impresa come l’analisi di più scenari possibili (ottimistico - medio - pessimistico).

Il consulente può avere un ruolo chiave nella costruzione del modello all’interno del quale formulare ipotesi sulle vendite, sui prezzi praticati, sui costi e sugli investimenti e simulare l’impatto economico-finanziario delle linee di azione alternative. L’attività di business planning non serve tanto per “prevedere”, quanto per comprendere le determinanti del modello economico di business. Ma anche per capire quali variabili critiche monitorare e fare simulazioni per verificare gli effetti di decisioni particolari o eventi esterni. Un esempio? Se il consulente accerta che il cambio euro/dollaro influenza il livello dei costi e dei ricavi, pur non potendo prevedere quale sarà il livello di questa variabile fra uno o due anni, è possibile simulare che cosa accadrebbe se scendesse o salisse del 20% rispetto al valore attuale.

Così, anche a fronte della difficoltà a stimare alcuni dati fondamentali, l’attività di business planning può determinare dei “punti di rottura”, come il livello massimo di cambio euro/dollaro, il livello minimo di fatturato, tempi massimi di incasso dai clienti o minimo di pagamento dei fornitori), oltre i quali il piano d’impresa non sarebbe più sostenibile da un punto di vista economico o finanziario.

Per poter supportare in modo adeguato le imprese nella caccia ai fondi europei il professionista deve avere una conoscenza approfondita del business plan a misura di finanziamenti Ue.

Le tre domande principali
Le call europee sono articolate secondo modelli predefiniti di input (template) variabili di caso in caso che tuttavia, in una visione complessiva, consentono di ricomporre una versione europea di business plan come benchmark di riferimento in termini di standard qualitativi.

La costruzione del modello di business deve seguire un percorso in grado di rispondere a tre domande principali: a “chi” ci si rivolge (mercato target), “che cosa” si pensa di offrire (sistema di offerta) e “come” (con quale struttura aziendale) si intende realizzare il progetto imprenditoriale. Infine, il consulente farà confluire le elaborazioni sviluppate in una parte conclusiva di previsioni economico-finanziarie.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©