Agevolazioni

Bonus lavoro: rete più ampia, ma si complica il labirinto di regole

di Valentina Melis e Alessandro Rota Porta

Ires al 15% per chi investe in nuova occupazione, esonero dai contributi per chi inserisce in azienda studenti “eccellenti” e proroga del bonus da 8.060 euro all’anno per chi assume giovani nel Sud. Sono i tre interventi per incentivare l’occupazione inseriti nel disegno di legge di Bilancio 2019, che inizia questa settimana il suo percorso parlamentare. L’obiettivo è incidere su un mercato del lavoro che a settembre ha visto il tasso di disoccupazione risalire al 10,1% e quella giovanile al 31,6 per cento.

Tra le nuove misure, c’è da aggiungere il bonus contributivo da 3mila euro all’anno introdotto dal decreto “dignità” (Dl 87/2018) per agevolare le assunzioni stabili (ancora in attesa di decreto attuativo), insieme con la stretta sui contratti a termine, entrata a regime il 1° novembre.

Rimarrà deluso chi si aspettava interventi generalizzati di abbattimento del costo del lavoro, perché questi incentivi puntano ad agevolare, ancora una volta, singole categorie di lavoratori, con regole diverse da un bonus all’altro, sia per durata sia per valore. I nuovi bonus si inseriscono in una selva di agevolazioni, alcune molto simili tra di loro (come l’esonero per assumere under 30 dal 2019 introdotto dalla legge 205/2017 e il bonus per gli under 35 del Dl 87/2018), alcune risalenti ai primi anni 90 (come l’incentivo per assumere lavoratori in Cigs), ideate da vari Governi per spingere le aziende a incrementare gli occupati.

Gli sconti fiscali

A una folta schiera di sconti sui contributi si affiancano misure fiscali come la deduzione Irap del costo del personale stabile (attiva dal 2015) e la nuova “mini-Ires” prevista dal Ddl di Bilancio 2019. Quest’ultima consiste in una tassazione ridotta di nove punti percentuali del reddito corrispondente agli utili reinvestiti per acquisire beni materiali strumentali e per incrementare l'occupazione, a favore di società di capitali, società di persone e imprenditori individuali (lo sconto si applica anche all’Irpef). Da una prima lettura del disegno di legge pare siano invece esclusi i professionisti. Il beneficio - per il quale a regime è prevista una spesa di oltre due miliardi - potrà essere usato solo dal 2020, perché decorre dal periodo d'imposta 2019. Il calcolo è piuttosto complicato (si veda l’altro articolo in pagina) e la tassazione agevolata è riservata agli incrementi occupazionali in Italia: il personale neoassunto rileva solo se impiegato in prevalenza in strutture produttive nel territorio dello Stato.

Il bonus per giovani eccellenti

L’esonero annuale dai contributi per i datori che nel 2019 assumeranno laureati con 110 e lode o dottori di ricerca ha diversi paletti di accesso, come il divieto di licenziare per giustificato motivo oggettivo il lavoratore agevolato o altri dipendenti con la stessa qualifica nei 24 mesi successivi all’assunzione (pena il recupero del bonus già fruito), il rispetto del “de minimis”(la soglia di aiuti che possono essere concessi alle imprese senza violare le norme Ue sulla concorrenza) e così via. È prevista una spesa di 70 milioni nel biennio 2019-2020, legata a una stima di 6mila assunzioni. È un nuovo intervento “di nicchia”, con regole complesse: i dati riferiti ad altri bonus del recente passato dimostrano che, in questi casi, l’appeal è piuttosto scarso.

Vedi il grafico: La mappa degli incentivi per chi assume

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