Rapporti di lavoro

Reddito, incentivi anche alle imprese che stabilizzano

di Giorgio Pogliotti, Claudio Tucci

Tutte le collaborazioni, non solo i “rider”, che si sviluppano nell’ambito dell’organizzazione di un’azienda corrono il rischio di vedersi applicata la «disciplina del rapporto di lavoro subordinato».

Un emendamento del ministero del Lavoro al decretone, in corso d’esame nelle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, riscrive il comma 1 dell’articolo 2 di uno dei decreti attuativi del Jobs act, introducendo una stretta piuttosto forte sulle collaborazioni. In pratica, il governo prevede, ex lege, una sorta di assimilazione al lavoro dipendente (pur non specificando le singole tutele applicabili) «anche a quelle collaborazioni che si concretano in prestazioni di lavoro prevalentemente personali, continuative e la cui organizzazione è predisposta dal committente, anche attraverso il ricorso a piattaforme digitali» (sono, pertanto, compresi pure quei lavoratori che consegnano pasti a domicilio organizzati tramite “App”).

A essere cassato, con un tratto di penna, è il riferimento, inserito dal Legislatore del 2015, «alle modalità organizzative del committente in relazione a tempi e luogo di lavoro», una limitazione introdotta per salvare le collaborazioni “genuine”.

La disposizione messa a punto dai tecnici del Lavoro, che deve tuttavia essere ancora “bollinata” dal Mef, «non individua la disciplina del rapporto di lavoro subordinato applicabile, che certamente non può essere tutta quella del lavoro subordinato - sottolinea Arturo Maresca, ordinario di diritto del Lavoro alla Sapienza di Roma -. Perchè come riconosciuto dalla corte d’Appello sul caso Foodora queste collaborazioni si configurano come autonome».

Un altro emendamento, sempre targato ministero del Lavoro, amplia le maglie dell’incentivo, da 5 a 18 mensilità, previsto per le aziende che assumono un percettore del reddito di cittadinanza. Nel corso dell’esame al Senato, lo sgravio è stato esteso alle assunzioni degli apprendisti; ora, si completa il cerchio, estendendo l’esonero anche alle «trasformazioni di contratti da tempo determinato in tempo indeterminato» e alle «trasformazioni di contratti a tempo parziale in contratti a tempo pieno e indeterminato». Tuttavia, per accedere allo sgravio sono confermate condizioni d’accesso oltremodo «restrittive»: incremento occupazionale netto, de minimis, obbligo di comunicare le vacancies, solo per citarne alcune, che, difficilmente, almeno stando alle audizioni delle imprese, favoriranno un aumento delle assunzioni.

Nel pacchetto di emendamenti predisposto dal dicastero guidato da Luigi Di Maio c’è anche l’estensione di alcune tutele (maternità e malattia) agli iscritti alla gestione separata Inps: questi soggetti potranno accedervi anche con una sola mensilità di contribuzione versata nell’ultimo anno (anziché tre, come oggi).

Sui circa 800 emendamenti al decretone presentati alle commissioni Affari sociali e Lavoro della Camera, una cinquantina sono arrivati dalle forze di maggioranza. Uno deil M5S prevede di assumere 100 ispettori della Guardia di finanza dal 1° ottobre 2019 per rafforzare i controlli.

Ieri, peraltro, sono stati pubblicati anche i bandi sul sito di Anpal Servizi per individuare aziende per la fornitura dei servizi legati alla selezione dei navigator. Si prevede che rispetto ai 6mila che il governo punta a far assumere da Anpal servizi con un contratto di colaborazione biennale, si presenteranno ai test in 60mila. Si sta selezionando, dunque, una società specializzata in grado di predisporre il test, organizzare, gestire la prova scritta con un importo a base di gara di 180mila euro (al netto di Iva) per una durata massima di 12 mesi. La procedura negoziata termina il 25 marzo.

L’avviso di selezione dei navigator resta ancora congelato: «É attualmente in corso una trattativa tra Regioni e Governo per arrivare a una definizione condivisa - spiega un comunicato di Anpal servizi - solo successivamente sarà possibile pubblicare il bando». Sempre ieri la confernza delle Regioni, come ha spiegato il presidente Stefano Bonaccini, si è espressa sulla necessità di «un ulteriore approfondimento» sul tema navigator per arrivare a una soluzione definitiva e condivisa.

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