Rapporti di lavoro

Per i consulenti del lavoro arrivano pensioni più ricche

di Valeria Uva

Per i consulenti del lavoro pensioni più robuste, anche grazie a sanatorie sui debiti contributivi. A irrobustirle saranno nuove forme di ricongiunzione e di volontarietà, mentre per i morosi è in arrivo il ravvedimento.

Sono tante le misure - per la maggior parte agevolazioni- contenute nel nuovo regolamento di previdenza e assistenza di Enpacl, la cassa dei consulenti del lavoro.

Il 12 luglio è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il via libera del ministero del Lavoro alla delibera 145/2018 che, appunto, contiene una revisione del regolamento sulle pensioni dell’ente: tutte le misure entreranno in vigore dal prossimo primo gennaio.

Come aumentare l’assegno
Due le nuove strade: la ricongiunzione e la contribuzione volontaria.

In primo luogo si riconferma la ricongiunzione onerosa di periodi versati presso altre Casse o Inps prima del 2013 (anno in cui Enpacl è passata al contributivo). La novità sta nella gestione di eventuali eccedenze: i contributi da ricongiungere versati in più rispetto a quelli previsti da Enpacl non saranno più incamerati dall’ente, ma finiranno sul montante del professionista che vedrà così aumentare la propria pensione e maturare la relativa anzianità. Il caso non è infrequente: le aliquote Enpacl sono più basse, ad esempio, di quelle Inps.

In secondo luogo, per la prima volta è prevista la ricongiunzione non onerosa: si potranno portare in Enpacl altri periodi contributivi che andranno ad aumentare in proporzione l’assegno. Senza effetti sul diritto (ovvero sull’anzianità contributiva). L’Enpacl stima una platea potenziale interessata del 62% degli iscritti.

Debutta poi la contribuzione volontaria per gli iscritti anche ad altre Casse (ad esempio chi è commercialista e consulente del lavoro). Finora se si optava per l’altra Cassa si era obbligati a versare comunque l’integrativo in Enpacl, senza ottenere nulla in cambio. Ora si potranno aggiungere versamenti volontari e maturare una pensione di scorta.

Tutte misure possibili, anche grazie ai conti in buona salute: l’ente ha chiuso il 2018 con un avanzo di esercizio di oltre 96 milioni, ricavi per quasi 250 milioni e un patrimonio di 1,2 miliardi. «Alla base degli ottimi risultati del 2018 – spiega il presidente Alessandro Visparelli - vi è anche la ripresa dei fatturati dei nostri iscritti, che hanno garantito un maggior gettito contributivo». Infatti, il volume d’affari Iva dichiarato dai consulenti del lavoro nel 2018 si attesta ad oltre 2 miliardi di euro, in crescita del 4,3% rispetto all’anno precedente.

Come pagare a rate
Molti pagamenti potranno essere fatti in più rate. I riscatti del praticantato, ad esempio, oggi sono rateizzabili per la metà dei periodi (ad esempio, un anno si paga in sei rate): dal 2020 saranno diluibili in 60 rate, indipendentemente dai periodi riscattati. Tutte le rateazioni dei debiti contributivi subiranno una ulteriore diluizione: da cinque a sette anni il limite massimo. Dimezzati gli importi minimi delle rate e la soglia da cui si può rateizzare.

Come versare meno sanzioni
Possibile per la prima volta il ravvedimento operoso: in pratica, il consulente può sempre pagare spontaneamente i debiti dell’anno precedente (ha tempo fino al 31 dicembre successivo) e ottenere la riduzione del 70% delle sanzioni. Seconda chance è l’accertamento con adesione: chi “patteggia” entro un mese dimezza le sanzioni. «Sono misure che vanno incontro a quei colleghi che non hanno potuto versare i contributi per fattori economici contingenti e che intendono regolarizzare la propria posizione» commenta Visparelli. «L’ente mantiene comunque la massima fermezza nel perseguire le situazioni di morosità più risalenti». Per chi resiste, infatti, la sanzione sale dal 60 al 100% del debito contributivo.

Guarda le misure in vigore dal 2020

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