Rapporti di lavoro

Professioni, l’appeal in calo frena le iscrizioni alle casse

di Antonello Cherchi e Valeria Uva

Non è sgombro di nubi il futuro delle libere professioni. Almeno a giudicare dall’andamento degli iscritti all’Albo o alle Casse di previdenza. E questo sia per le attività dell’area economico-legale sia per quelle del settore tecnico. Negli ultimi dieci anni è in picchiata l’appeal del geometra, in progressiva, seppur lenta, diminuzione quello dei consulenti del lavoro, altalenante la presa di architettura. Tengono ingegneri, avvocati e commercialisti, ma le prospettive non sono, anche a fronte di una continua crescita di iscritti, rosee.

Si prendano i commercialisti. Gli iscritti negli ultimi dieci anni alla Cassa - un dato che meglio dell’Albo fotografa la dimensione libero professionale, perché depurato dei lavoratori dipendenti, iscritti all’Ordine - sono in aumento. «La crescita - avverte Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale di categoria - è però ridotta rispetto al passato. E comunque lontana dal trend degli anni ’90, quando si è avuto il boom di ingressi nell’Albo. In prospettiva c’è da aspettarsi l’inversione di tendenza».

Una situazione che gli architetti hanno già sperimentato nel 2016 e 2017, quando gli iscritti hanno subito un calo, per poi ricrescere nel 2018. «Sono i primi segnali - commenta Paolo Malara, componente del Consiglio nazionale - della diminuzione fino al 40% di immatricolazioni alle facoltà di architettura negli ultimi dieci anni».

Resiste anche la professione di avvocato, superando il picco delle iscrizioni d’ufficio di circa 50mila professionisti ex Inps nel 2014 e continuando a sfiorare il livello record di oltre 243mila professionisti. «Un numero certo elevato - commenta il vicepresidente del Consiglio nazionale forense, Giuseppe Picchioni - ma non è da qui che arrivano i mali della giustizia. Noi siamo una risorsa e non il problema tant’è che le nostre competenze si sono ampliate, con nuovi percorsi quale quello della mediazione, dell’arbitrato o della negoziazione assistita». E a chi osserva che il 70% degli avvocati iscritti alla Cassa denuncia un reddito sotto i 10mila euro (dato Censis) , Picchioni ribatte: «È l’effetto della crisi economica e dell’abolizione dei minimi tariffari che hanno compresso i compensi». Da qui la battaglia - vinta - sull’equo compenso. In prospettiva, però, la perdita di fascino si farà sentire: negli ultimi dieci anni le immatricolazioni a giurisprudenza si sono dimezzate.

È già in flessione, invece, il numero di consulenti del lavoro. «Ma rispetto al record del 2009, ultimo anno in cui ci si poteva iscrivere senza laurea» spiega Francesco Duraccio, segretario del Consiglio nazionale. «Il calo è in parte dovuto all’assestamento dopo il boom». Duraccio non nega, però, che la professione sconti di riflesso «la crisi della nostra utenza di riferimento, le Pmi» . Anche se nel tempo il consulente si è ritagliato sempre più spazi: «Stiamo investendo per orientare i giovani verso nuovi ruoli che non siano solo quelli di amministrazione del personale».

A fare i conti con la crisi che ha travolto l’edilizia sono i geometri:-15% di iscritti negli ultimi dieci anni. «Da una parte sta calando la popolazione scolastica - rileva il presidente, Maurizio Savoncelli - dall’altra abbiamo perduto soprattutto i pensionati attivi: non conviene tenere aperto lo studio per poche pratiche l’anno». Chi ha resistito però si sta avvantaggiando di un recupero dei redditi medi che dura da 4 anni e che nel 2018 ha messo a segno un + 7,5 per cento.

Agli ingegneri il passato ha riservato momenti migliori. «Cresciamo - spiega Emanuele Palumbo, del centro studi del Consiglio nazionale - ma in misura più contenuta». E non è certo un problema di tenuta delle facoltà di ingegneria, che anzi continuano ad attrarre ragazzi. I laureati, però, non si iscrivono all’Albo, popolato soprattutto da ingegneri civili per i quali è fondamentale per firmare i progetti. Gli ingegneri informatici o quelli elettronici non hanno interesse a farlo. Il Consiglio nazionale si sta muovendo per proporre sempre più servizi, come la formazione, per attrarre tutte le categorie.

Anche i “cugini” architetti stanno dandosi da fare. «Il Consiglio nazionale - afferma Malara - sta spingendo perché si investa, a livello politico, sui piani di rigenerazione urbana, mentre noi dobbiamo promuovere l’aggregazione dei professionisti: occorre fare rete per dare una dimensione multidisciplinare alla professione».

Per tutti è necessario cambiare. Secondo Massimo Miani «la professione di commercialista oggi ha meno appeal rispetto al passato, anche perchéalcune attività si sono ridimensionate e sono venuti meno i margini di guadagno. In futuro, fisco e contabilità resteranno al centro, ma avranno meno incidenza». Dagli Ordini arriva anche la richiesta di più attenzione da parte della politica: «Prendiamo la flat tax - concordano Duraccio e Malara - se ogni anno cambiano le regole di accesso è impossibile programmare, in più i bonus fiscali ci costringono a rimanere piccoli e poco competitivi».

Orientamento incerto per le Casse
La tenuta degli Albi

Ctr Lombardia 4846/24/2019

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