Rapporti di lavoro

L’economia circolare reinventa le attività: ecco i profili professionali emergenti

Nuove figure che lavoreranno attivamente sul fronte sostenibilità

di Antonello Cherchi

La sostenibilità non può limitarsi a essere uno slogan ma ha bisogno di essere tradotta in pratica. Per farlo occorrono anche nuove figure professionali. In alcuni casi si tratta di profili che stanno nascendo, in altri di competenze specialistiche che si aggiungono a quelle delle professioni tradizionali.

Difficile quantificarne il fabbisogno. Basti, però, pensare che «in Italia nei settori del riciclo, della riparazione e del riutilizzo - afferma Alessandra De Santis, coordinatrice dell’Atlante italiano dell’economia circolare - sono oltre 510mila le persone occupate. Nella Ue, nel 2016, gli addetti all’economia circolare erano 3,9 milioni e il nostro Paese era al secondo posto dopo la Germania».

Un fermento che si sente soprattutto fra i “professionisti dell’ambiente”, come gli agronomi e gli agrotecnici. Per loro gli enti pubblici restano il punto di riferimento privilegiato. «A partire dai Comuni, molti dei quali sono dotati di appositi regolamenti del verde in cui non si parla più di semplici giardini o parchi, ma di progettare foreste urbane resilienti, capaci di resistere ai fenomeni atmosferici e ridurre gli inquinanti», spiega Roberto Orlandi, presidente nazionale del Collegio degli agrotecnici. Si stima che i professionisti del verde urbano siano oggi 3mila, ma c’è sempre più bisogno di competenze nuove, come la “visual tree assessment”, cioè la valutazione della stabilità delle alberature, o il “tree climbing”, l’arrampicata su alberi monumentali per potarli o effettuare interventi fitosanitari in modo non invasivo. Poi c’è la progettazione di boschi verticali e tetti verdi, in collaborazione con ingegneri e architetti.

I programmi green offrono nuovi spazi di manovra anche ai geologi. La prospettiva è soprattutto quella delle geotermia, che oggi rappresenta il 6% delle fonti di energia rinnovabile, «ma - sottolinea Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale di categoria - ha ampi margini di sviluppo, soprattutto dopo essere stata inserita nel decreto Fer 2». Compito dei geologi è quello di svolgere le indagini preliminari e di intervenire, insieme ad altre professionalità come gli ingegneri, anche nella fase di realizzazione dell’impianto.

I biologi, invece, hanno da affrontare la partita della ecotossicologia, ovvero dell’intervento, sotto vari versanti, nella lotta a metalli pesanti, polveri sottilli, nanoparticelle, diossine nocive per la vita di tutti noi. «All’università Parthenope di Napoli è stato istituito il master telematico di primo livello in economia circolare della durata di un anno. A riprova che nel settore siamo chiamati in causa - spiega Vincenzo D’Anna, presidente del consiglio dell’Ordine nazionale dei biologi - con diverse competenze: per effettuare le rilevazioni in grado di monitorare il livello di inquinamento o per svolgere le analisi, come il mineralogramma del capello, capaci di individuare le sostanze tossiche presenti in un individuo o ancora come nutrizionisti. E al riguardo, un ruolo centrale lo avrà l’agricoltura biologica e la biodinamica».

La prospettiva è quella dello “star bene”, sia dell’ecosistema sia dell’ individuo. In questo senso una mano la danno pure i consulenti del lavoro con la programmazione dei piani di welfare aziendali. «L’attività di chi si cura del benessere organizzativo - commenta Giovanni Marcantonio, consigliere nazionale della categoria - è destinata a crescere. Per esempio, sono sempre di più le imprese che ricorrono allo smart working, ma ci sono anche realtà che hanno introdotto le lavanderie o il maggiordomo aziendale: le prime consentono di ricevere sul posto di lavori gli indumenti puliti mentre il maggiordomo si occupa delle incombenze per le quali sarebbe necessario assentarsi dall’ufficio. Progetti che avvantaggiano il lavoratore, ma aiutano anche l’ambiente, perché ci sono meno spostamenti, dunque meno inquinamento».

(hanno collaborato Adriano Lovera e Maria Chiara Voci)

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