Rapporti di lavoro

Decreto liquidità: slitta al 1° settembre 2021 il Codice della crisi d'impresa

di Maurizio Maraglino Misciagna

Prorogata al 1° settembre 2021 l'entrata in vigore del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. A renderlo formale è il Dl 23/2020, meglio noto come decreto liquidità. La proroga entra ufficialmente in vigore a partire dal 9 aprile 2020.

L'articolo 5 del Dl 23/2020 posticipa l'entrata in vigore del Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza di cui al Dlgs 14/2019 dal 15 agosto 2020 al 1° settembre 2021. Viene di fatto spostata l'operatività dell'Ocri, l'organismo di composizione della crisi di impresa disciplinato al capo II del titolo II del Codice, agli articoli 16, 17 e 18. La proroga diventa ufficialmente pubblica con la modifica al comma 1° dell'articolo 389 del Dlgs 14/2019.

Tale differimento serve a garantire e assicurare la regolare prospettiva di continuità aziendale, per quelle imprese che prima dell'emergenza Covid-19 erano in operatività.
Pertanto, le nuove disposizioni generali sui soggetti che partecipano alla regolazione della crisi e insolvenza, alle procedure di allerta e composizione assistita e tutti i nuovi strumenti di regolazione della crisi comprese le nuove regole sulla liquidazione giudiziale, diventeranno operative e potranno essere applicate solo a partire dal 1° settembre 2021.

Restano invece esecutive le norme di cui all'articolo 389, comma 2, del Dlgs n. 14/2019, che disciplinano l'albo dei soggetti incaricati dall'autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e controllo delle procedure e le disposizioni di riforma del codice civile.

Nella relazione di accompagnamento al decreto legge, il Governo spiega le ragioni di questa proroga spiegando come il sistema dell'allerta sia stato concepito nell'ottica di un quadro economico stabile e caratterizzato da oscillazioni fisiologiche, all'interno del quale la prevalenza delle imprese non sia colpita dalla crisi, e nel quale sia possibile conseguentemente concentrare gli strumenti predisposti dal codice sulle imprese che presentino criticità.
Nella situazione attuale, in cui l'intero tessuto economico mondiale risulta colpito da una gravissima forma di crisi, gli indicatori non potrebbero svolgere alcun concreto ruolo selettivo, finendo di fatto per mancare quello che è il proprio obiettivo. Il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza si pone come finalità quella di operare nell'ottica di un quanto più ampio possibile salvataggio delle imprese e della loro continuità, si legge nella relazione, adottando lo strumento liquidatorio come extrema ratio, cui ricorrere in assenza di concrete alternative.

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