Rapporti di lavoro

Colf e braccianti, conto alla rovescia per la sanatoria

di Franca Deponti, Michela Finizio, Valentina Melis

Manca una settimana esatta al debutto della sanatoria dei lavoratori irregolari (italiani o stranieri) varata dal Dl Rilancio: i datori o i lavoratori interessati all’emersione possono infatti fare domanda dal 1° giugno al 15 luglio(articolo 103 del Dl 34/2020). L’edizione 2020 della regolarizzazione apre le porte solo a due categorie: braccianti agricoli e lavoratori domestici. Il Governo stima 220mila adesioni alla procedura, in base alle domande arrivate per le ultime sanatorie del 2009 e del 2012. Ma centrare i numeri effettivi è difficile. Sia perchè la platea potenziale nei due comparti comprende 1,1 milioni di lavoratori “fuori legge” italiani, cittadini Ue ed extracomunitari. Sia perchè, per questi ultimi, l’irregolarità di lavoro non sempre corrisponde all’irregolarità nell’ingresso in Italia.

La platea potenziale

Ciò non toglie che i più interessati all’emersione siano proprio i cittadini extraUe irregolari a caccia della doppia legalità rappresentata da un contratto e da un permesso di soggiorno. Secondo l’Ismu erano 562mila gli stranieri irregolari presenti in Italia al 1° gennaio 2019. Un numero che potrebbe arrivare a 670mila a fine 2020 (stima Ispi), anche per effetto dell’abrogazione della protezione umanitaria con il decreto «sicurezza» del 2018.

In parallelo, gli extracomunitari impiegati in modo irregolare tra braccianti e colf sono almeno 480mila, come emerge da una elaborazione del Sole 24 Ore del Lunedì sugli ultimi dati Istat disponibili sul lavoro irregolare per Regione. Per calcolare questa platea è stata proiettata l’incidenza degli extracomunitari regolari (contenuta nel «Dossier immigrazione 2019» del centro studi e ricerche Idos) sulla platea dei lavoratori irregolari mappata da Istat, anche se nel lavoro nero l’incidenza di stranieri senza permesso di soggiorno è probabilmente più elevata.

«A questi numeri bisogna affiancare poi qualche migliaio di irregolari che non lavorano - aggiunge Ennio Codini della Fondazione Ismu - che, anche se il più delle volte non hanno interesse a lavorare o faticano a trovare offerte, potrebbero in parte emergere con la stipula di nuovi contratti o di lavori “fittizi”». Le sanatorie infatti, già in passato hanno rappresentato un richiamo per i più “invisibili”, purtroppo anche dando vita a forme di finte regolarizzazioni o vere e proprie truffe.

Più nel dettaglio, si stimano 40mila extracomunitari impiegati in modo irregolare in agricoltura (su 220mila occupati irregolari) e 444mila nel lavoro domestico (su 920mila). La sanatoria, come detto, servirà soprattutto a loro anche perchè «Senza incentivi di altro tipo - aggiunge Codini - il decreto non cambia le condizioni di convenienza del lavoro sommerso».

Non tutti i cittadini extraUe braccianti o colf e badanti in nero - ricordavamo sopra - sono però senza permesso di soggiorno valido: le associazioni datoriali del lavoro domestico ne stimano circa la metà, 200mila in totale. In agricoltura gli aspetti da considerare sono diversi e in parte sfuggono anche ai dati Istat. «Il lavoro domestico - commenta ancora Codini - è più visibile e le statistiche fotografano le posizioni attive stabilmente. In agricoltura, invece, sappiamo che sono effettuate campagne per sfruttare i richiedenti asilo nei mesi della raccolta, anche solo per un mese. A volte, difficili da mappare. Alcuni territori, inoltre, sono sotto il controllo delle mafie e muovono persone irregolari tramite le reti di caporalato difficili da intercettare, ed è un’utopia pensare di farle emergere con una sanatoria». In questo senso il centro studi e ricerche Idos stima che ci siano circa 430mila posizioni in agricoltura a grave rischio di caporalato.

Sanatoria dall’appeal dubbio

Il meccanismo delle sanatorie ha finora poco appeal in agricoltura. A quella più ampia mai applicata in Italia, dopo l’approvazione della Bossi Fini, su un totale di 295.130 adesioni, solo il 4,5% dei beneficiari veniva dall’agricoltura. Prevede così un numero molto limitato di adesioni Romano Magrini, responsabile Lavoro e relazioni sindacali di Coldiretti: «Credo che aderiranno alla sanatoria non più di mille-duemila - spiega - considerando che il lavoro agricolo ha sempre goduto dei decreti flussi, che la maggior parte dei lavoratori stranieri impiegati sono romeni, bulgari e polacchi, quindi comunitari, e anche i tempi della procedura, che saranno incompatibili con le urgenze dei raccolti estivi».

«Non mi stupirei se la misura avesse un impatto più limitato rispetto ai 220mila stimati dal Governo» afferma Luca Di Sciullo, presidente di Idos. «Inoltre - continua - concedere il permesso per soli sei mesi è un tempo estremamente breve e in molti ricadranno subito dopo nell’irregolarità». La stessa relazione tecnica al Dl Rilancio rileva come il numero complessivo delle domande presentate nelle ultime sanatorie sia «sempre risultato notevolmente inferiore a quello dei destinatari potenziali».

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