Rapporti di lavoro

Lavoro, persi altri 84mila posti ma a maggio rallenta il calo

di Giorgio Pogliotti

A maggio continua a calare l’occupazione, anche se a ritmi meno sostenuti rispetto ai due mesi precedenti: si registrano 84mila occupati in meno, soprattutto per la continua emorragia di rapporti di lavoro a termine (-79mila), con un impatto particolarmente negativo per le donne (-65mila). Dopo mesi di forzato lockdown le persone, con il riavvio delle attività disposto dal Dpcm del 26 aprile, si sono rimesse in cerca di lavoro, senza però trovarlo come emerge dall’incremento di 307mila disoccupati e il contestuale calo di 229 mila inattivi.

Complessivamente il quadro che emerge dai dati Istat è di un mercato del lavoro ancora in forte sofferenza, gli effetti dell’emergenza coronavirus sono mitigati dal blocco dei licenziamenti e dal sostegno ancora generalizzato della cassa integrazione Covid. Guardando all’andamento complessivo del trimestre marzo-maggio, rispetto al trimestre precedente, l’occupazione è in calo di 381mila unità - soprattutto a causa del crollo dei contratti a termine (-318mila) e degli indipendenti (-89mila) solo minimamente compensato dall’aumento degli occupati permanenti (+27mila)-, si contano 533mila disoccupati in meno, con una crescita di 880mila inattivi, segno di come in tanti durante la fase di chiusure generalizzate delle attività, siano usciti dal mercato del lavoro perchè scoraggiati e abbiano smesso di attivarsi per cercare un posto, sapendo di non poterlo trovare. Questo fenomeno, appunto, ha iniziato a segnare un’inversione di tendenza a partire da maggio.

Il tasso di occupazione è in calo al 57,6% (-0,2% su aprile) il tasso di disoccupazione risale al 7,8% (+1,2%) e, tra i giovani balza al 23,5% (+2%), il tasso di inattività si attesta al 37,3% (-0,6%). Per avere un parametro di confronto, a livello europeo Eurostat segnala che il tasso di disoccupazione a maggio è al 7,4% nell’eurozona (dal 7,3% di aprile) e al 6,7% nella Ue a 27 (dal 6,6% di aprile). Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile è al 15,7% nella Ue e al 16% nella zona euro(ad aprile era, rispettivamente, al 15,4% e al 15,7%), l’Italia è alle ultime posizioni, ma il record negativo appartiene alla Spagna (32,9%).

Rispetto a maggio del 2019 l’Istat evidenzia una flessione di 613mila occupati che interessa entrambe le componenti di genere, calo particolarmente sensibile tra i dipendenti temporanei (-592mila), gli autonomi (-204mila) e tutte le classi d’età. Rispetto all’anno precedente a crescere sono solo gli over50 e i dipendenti permanenti (+183mila), mentre il tasso di occupazione scende di 1,5 punti. In dodici mesi, le persone in cerca di lavoro segnano una caduta di 669mila unità, mentre aumentano in modo esponenziale gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1 milione 140mila).

Il numero di ore pro capite effettivamente lavorate, calcolato sul complesso degli occupati, è pari a 29,6, un valore che è di 5,6 ore inferiore a quello registrato a maggio 2019. «Il calo - sottolinea l’Istat-, è decisamente più contenuto di quello registrato a marzo e aprile 2020, quando il numero di ore pro capite risultava pari a 25,5 e 22 ore rispettivamente (-10,5 e -11,6 ore rispetto allo stesso mese del 2019)». Anche la quota di assenti dal lavoro, pari al 16,4%, aumenta del 13,1% rispetto a maggio 2019. Ma questo aumento, tuttavia, è di gran lunga inferiore di quelli rilevati nei due mesi precedenti (+22,7 punti a marzo e +33,8 punti ad aprile).

Preoccupati i sindacati: «Bisogna assicurare la proroga di tutti gli ammortizzatori sociali - sostiene Luigi Sbarra (Cisl) - e confermare tutte le indennità almeno fino a fine anno, garantendo per lo stesso periodo il blocco dei licenziamenti e la sospensione dei vincoli nel decreto dignità sulle causali per legge per proroghe e rinnovi dei rapporti a tempo determinato e per il lavoro somministrato».

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