Rapporti di lavoro

Rientro in studio a ostacoli: nuove policy e turni da gestire

di Valeria Uva

Sanificazione periodica, distanziamento delle scrivanie e mascherine negli spazi comuni. Il percorso (a ostacoli) per il rientro negli studi professionali dopo le ferie non è cambiato di molto rispetto alla fase 2 dell’emergenza coronavirus: le misure di sicurezza da adottare restano le stesse del protocollo condiviso Governo-parti sociali.

Ma è innegabile che l’appuntamento di settembre quest’anno abbia assunto un significato e una valenza del tutto inedite. Perché per tutti i professionisti - sia quelli che hanno lavorato da remoto che quelli sempre presenti in ufficio - l’obiettivo è ora quello di riconquistare una «nuova normalità» anche nell’organizzazione del lavoro. Che diventa persino più complessa se gli studi sono di piccole dimensioni, ma vedono comunque presente almeno un dipendente.

Lo smart working
Certo commercialisiti, avvocati, notai e consulenti del lavoro di fatto non solo non hanno mai chiuso ma sono stati investiti da una valanga di nuovi adempimenti, richieste e attività da parte dei propri clienti che li hanno portati a vere e proprie maratone lavorative. Ora però con la ripresa autunnale anche per loro si pone il tema di una diversa organizzazione del lavoro. Il primo nodo è la regolazione, più stutturata, dello smart working. Uno strumento ormai acquisito e che resta spesso necessario, non solo per il distanziamento. «La stragrande maggioranza dei nostri dipendenti è costituita da donne - osserva il presidente di Confprofessioni Lombardia, Enrico Vannicola - e la loro presenza in studio è legata a doppio filo all’effettiva ripartenza della scuola». Con lo smart working serve una riorganizzazione dei flussi informati e del lavoro per obiettivi. «Per noi titolari - aggiunge Vannicola - significa saper delegare di più, ma al tempo stesso programmare in anticipo le attività». Vannicola, che è un consulente del lavoro, ha adattato i gestionali usati per i clienti alla nuova realtà «per condividere i flussi informativi e lo stato di avanzamento delle pratiche, aggiungendo in più solo un foglio excel».

Più incerto il rientro per gli avvocati specializzati nel contenzioso, legati alla effettiva ripartenza dei tribunali. «La maggior parte delle udienze è fissata dalla metà di settembre in poi - precisa Antonio De Angelis, presidente dei giovani avvocati di Aiga- ma negli studi medio piccoli si tende a tornare comunque in attesa di capire come si orienteranno i tribunali. Certo non ci sono più i pomeriggi interi passati a ricevere i clienti, sono ancora molte le videochiamate».

La turnazione dei dipendenti può anche liberare spazi. Così ad esempio Daniele Virgillito, commercialista alla guida di Confprofessioni Sicilia, ha deciso con il suo socio di riconvertire una delle sale riunioni dello studio di Catania. «L’idea è quella di offrirla a un professionista con specializzazione diversa - commenta - proprio il Covid ci ha fatto capire che la necessaria integrazione passa anche dall’offrire competenze diversificate; pensiamo al superbonus che richiede un’alleanza strategica tra tecnici e commercialisti».

Le policy da aggiornare
Il rientro alla «nuova normalità» negli studi porta con sé anche un “tagliando “ alle policy sulla salute e sulla sicurezza dei dipendenti già adottate per il coronavirus. Giampiero Dato, formatore sulla sicurezza ed esperto della Fondazione studi consulenti del lavoro, consiglia di aggiornare le autocertificazioni. «È opportuno far indicare ai dipendenti se si sono trascorse le ferie all’estero in Paesi classificati a rischio dal ministero degli Esteri - ricorda - e nel caso positivo prevedere un tampone, se non lo si è già fatto» . La revisione della policy di studio può essere l’occasione anche per mappare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. «Anche in questo caso meglio conoscere la frequenza di utilizzo dei mezzi pubblici - precisa Dato, - ad esempio per assegnare la priorità nel lavoro da remoto a chi è costretto a prenderne di più».

Il consiglio degli esperti in ogni caso è quello di non abbassare mai la guardia, neanche con la fine dello stato di emergenza, prevista per ora al 15 ottobre. Nessun passo indietro sulle misure di contenimento: dal distanziamento delle scrivanie, alle mascherine fino alla periodica sanificazione dei locali. «Per gli studi più piccoli il documento della Fondazione studi - ricorda ancora Dato - lascia aperta la possibilità di sanificazione autonoma, ma se ci si affida a fornitori esterni meglio controllare che siano adeguati attraverso una visura camerale e un Codice Ateco coerente». Per riepilogare questi adempimenti e tracciare le linee di sviluppo post Covid la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro ed Enpacl hanno organizzato il webinar sulla «Gestione dello studio professionale 4.0» disponibile da domani.

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