Rapporti di lavoro

Per gli esami di abilitazione restano i divari fra Nord e Sud

di Valeria Uva

Gli aspiranti ingegneri farebbero meglio a mettersi in coda per l’esame all’Università della Calabria, i loro colleghi architetti invece dovrebbero puntare su Salerno. Al contrario, ai primi conviene stare lontano da Modena-Reggio Emilia, mentre gli architetti dovrebbero rifuggere da Palermo e Politecnico di Milano.

Il tasso di successo negli esami di abilitazione delle professioni tecniche è ancora molto diverso da Università a Università. Lo dimostra, numeri alla mano, l’osservatorio del Centro studi ingegneri sugli esami di abilitazione 2019 per ingegnere e architetto, pubblicato nei giorni scorsi dal quale è possibile ricostruire la classifica delle prime % università con il più alto tasso di successo e le prime per bocciature (si veda il grafico in alto).

Tra gli ingegneri (sezione A) il tasso di successo complessivo nell’ultimo round pre Covid è stato pari all’87,9% «valore superiore non solo, seppur di poco, all’86,7% rilevato nel 2018 - osserva il dossier - ma anche a quanto rilevato negli ultimi dieci anni». Ma con due scenari differenti tra Nord e Centro-Sud: nei primi la quota di abilitati va dall’82% all’ 83%, in quelli del Centro-Sud sale oltre il 90%, con il picco pari a 92,1% degli atenei meridionali. E più si scende nel particolare, più la forbice si allarga. Per cui, ad esempio, al 100% di promossi dell’Università della Calabria, fa da contraltare il 79,1% dei 435 candidati di una delle più prestigiose sedi per le facoltà di ingegneria, ovvero il Politecnico di Milano (che non compare in classifica non essendo tra i primi cinque in entrambi i casi). Lo stesso Politecnico risulta “ostico” anche per gli aspiranti architetti. Per loro, peraltro, il passaggio dell’esame è ancora più severo: 60,8% la media nazionale di successo 2019. «Quel che è certo è che il livello di selezione non è affatto omogeneo tra le diverse sedi - fa notare lo stesso dossier - accanto infatti ad Università come la Vanvitelli, la Federico II di Napoli o La Sapienza di Roma in cui oltre l’80% dei candidati ha superato l’esame» ci sono i Politecnici di Milano e di Torino, in cui, «la quota di abilitati è appena superiore al 30%». Tanto che in alcuni casi si può ipotizzare una sorta di turismo degli esami.

Ma al di là delle abilitazioni, entrambi gli Albi stanno soffrendo di una vera e propria emorragia. Gli ingegneri sono passati dai 20mila abilitati dei primi anni 2000 agli 8mila odierni, nonostante il costante aumento dei laureati. Nello stesso periodo, dimezzati gli architetti, scesi a 3.600. È questa, a ben guardare, la vera emergenza per le due categorie.

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