Rapporti di lavoro

Dubbio lavoro agile per la cura di under 16

di Matteo Prioschi

L’incremento dei contagi tra i più giovani e le decisioni prese nei giorni scorsi a livello locale di chiudere le scuole non vanno di pari passo con la possibilità dei genitori lavoratori dipendenti di assentarsi dal lavoro nel caso in cui i figli debbano rimanere a casa per partecipare a distanza alle lezioni o per provvedimenti di quarantena a seguito di contatto diretto con un positivo al Covid-19.

In tali situazioni, fino allo scorso mese di dicembre, i genitori lavoratori conviventi con under 16 potevano ricorrere allo smart working o fruire di un congedo indennizzato al 50% della retribuzione. I congedi non sono più operativi da gennaio, se non nelle zone rosse. Sullo smart working c’è qualche dubbio.

Tutto nasce dalla formulazione dell’articolo 21-bis del decreto legge 104/2020 come modificato dal Dl 137/2020. Mentre è pacifico che i congedi erano fruibili solo nel 2020, anche per via della relativa copertura finanziaria prevista e limitata all’anno scorso, non altrettanto si può dire del lavoro agile. Il dubbio era stato risolto a gennaio dal ministero del Lavoro: in un avviso pubblicato sul suo sito internet, aveva chiarito che la possibilità dello allo smart working sussisteva anche nel 2021.

Da qualche giorno, però, l’avviso presente sul sito del ministero è cambiato e non contiene più la parte relativa allo smart working a fronte di figli in quarantena o alle prese con la didattica a distanza.

Contattato al riguardo, il ministero al momento non ha precisato se l’orientamento è cambiato, e quindi se da gennaio, e ancora oggi, i genitori di under 16 possono chiedere di lavorare da casa. In caso di risposta positiva, non servirebbe prevedere esplicitamente tale possibilità nel prossimo decreto legge Sostegno, in caso di risposta negativa, nelle scorse settimane si sarebbe fatto affidamento su indicazioni oggi non più valide.

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