Rapporti di lavoro

Esuberi e crisi, si sblocca il contratto d’espansione. Divieto di licenziamento anche se non si usa la Cig

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Si sblocca il contratto d’espansione, la misura introdotta nel 2019 e rafforzata nella manovra 2021, che serve a gestire le riorganizzazioni aziendali, al momento ferma in attesa dei provvedimenti attuativi.

Inps ha predisposto nei giorni scorsi la circolare, inviandola al ministero del Lavoro, che proprio ieri ha dato il via libera per la pubblicazione necessaria per lo sblocco dell’operatività della misura. Il contratto di espansione con la legge di Bilancio 2021 è esteso alle aziende sopra i 250 dipendenti e si attiva con un accordo da siglare in sede governativa, che può prevedere l’uscita dal lavoro per i lavoratori a cinque anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici, assunzioni di giovani e piani di formazione per i lavoratori impiegati in azienda. Il contratto di espansione è finanziato con 117,2 milioni per il 2021 e 132,6 milioni per il 2022; fondi piuttosto limitati che, secondo la relazione tecnica alla manovra di Bilancio, ne consentirebbero l’applicazione solo per 6mila lavoratori.

Sempre ieri, poi, il ministero del Lavoro ha fornito un importante chiarimento sul blocco dei licenziamenti, prorogato dal decreto Sostegni, in modo differenziato a seconda dei settori, fino al 30 giugno e fino al 31 ottobre. Il dicastero guidato da Andrea Orlando, ha confermato che il blocco dei licenziamenti economici - individuali e collettivi - è generalizzato fino al 30 giugno. Dal 1° luglio al 31 ottobre invece è in vigore per i soli datori di lavoro che possono fruire dei trattamenti di integrazione salariale in deroga, assegno ordinario e cassa integrazione “agricola”. In altre parole, per le piccole imprese, essenzialmente del terziario, la nuova proroga del divieto di licenziamento viaggia “a braccetto” con la contestuale proroga di 28 settimane degli ammortizzatori emergenziali, a prescindere dal fatto che la cassa Covid venga utilizzata o meno: solo dal 1° novembre queste aziende potranno avviare le procedure di licenziamento economico (se l’impresa, tuttavia, ha ancora settimane di cassa Covid-19 da usare fino al 31 dicembre, non potrà licenziare quei lavoratori per i quali utilizza l’ammortizzatore emergenziale gratuito).

Il chiarimento si è reso utile, vista la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Sostegni, con il quale l’esecutivo Draghi ha destinato circa 8 miliardi di euro al capitolo “lavoro e povertà”. Il blocco in Italia è operativo da fine febbraio 2020 e sta producendo effetti, se si considera che i licenziamenti economici sono dimezzati per i contratti a tempo indeterminato: secondo Inps si è passati da circa 500mila nel 2019 a meno di 250mila nel 2020.

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