Rapporti di lavoro

Con la ripresa saldo positivo per 925mila contratti nel semestre

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

La ripresa economica, decollata a marzo, ha prodotto un effetto positivo sul mercato del lavoro. Nel primo semestre l’Inps ha registrato oltre 3,3 milioni di attivazioni di rapporti di lavoro e quasi 2,4 milioni di cessazioni, con un saldo positivo di 925.408 contratti. La gran parte sono a tempo determinato (a termine o in somministrazione), a conferma di come, in un periodo di ripartenza, le forme di flessibilità tutelata siano le più utilizzate dalle imprese. Le assunzioni a tempo indeterminato sono state 552.440, il 16,63% del totale (vanno poi aggiunte le trasformazioni).

Guardando al saldo annualizzato, ovvero la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, emerge come da marzo sia iniziata la ripartenza, rafforzatasi mese dopo mese tanto che a giugno 2021 si contano 677mila posizioni di lavoro in più rispetto a giugno 2020, con un saldo positivo generalizzato a tutte le tipologie contrattuali. Se confrontiamo giugno 2021 con giugno 2019 (momento di picco pre-pandemico dell’occupazione dipendente) registriamo un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+419mila unità) mentre per i restanti contratti, nonostante il forte recupero degli ultimi mesi, rispetto al giugno 2019 si registra una variazione ancora negativa (-41mila).

Nel confronto con i dati pre-pandemici è emerso inoltre che il maggior contributo alla crescita arriva da costruzioni (+132mila posizioni rispetto al 2019) e metalmeccanica (+35.941), mentre variazioni ancora negative si registrano per il comparto alberghiero-ristorazione (-112mila), per le attività di intrattenimento e culturali (-20mila) e per il comparto finanza-assicurazioni (-10mila).

Segnali positivi sul lavoro anche da un altro indicatore, la Cig, che si è fortemente riassorbita: a giugno 2020 erano oltre 3 milioni i lavoratori in Cig, a marzo risultavano ancora poco meno di 2 milioni con una media pro capite di 75 ore (nel mese osservato), lo scorso a giugno risultavano scesi poco sotto il milione, con una media pro capite di 65 ore. «La combinazione di ripresa attuale - commenta il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico -, e di politiche messe in atto durante la pandemia sostenendo i redditi e bloccando i licenziamenti, ha permesso di avere un mercato del lavoro subito pronto alla ripresa e ha generato dati positivi, migliori addirittura del 2019. Il Paese ha saputo reagire bene, grazie anche al potenziamento degli interventi di welfare e di contrasto alla povertà come il Rdc. Bisogna ora capitalizzare questi risultati per permettere una ripresa strutturale del mercato del lavoro, che sia da traino per ogni settore» e ogni categoria.

Nel primo semestre sono stati 14.364 i rapporti di lavoro (8.621 assunzioni e 5.743 trasformazioni a tempo indeterminato) che hanno usufruito dell’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017), valore in forte calo rispetto allo stesso periodo del 2020 (-70%). Tale calo, secondo l’Inps, va valutato tenendo conto dell’istituzione dell’esonero per nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani previsto dalla legge n. 178/2020, che solo ieri ha ricevuto l’ok da parte della Commissione europea (si veda l’articolo di sotto) come ha risposto il ministero del Lavoro all’interrogazione di Antonio Viscomi, Pd. Quanto all’incentivo per le donne, invece, la trattativa con Bruxelles è ancora in corso.

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