Rapporti di lavoro

Green pass in due milioni di case per babysitter, badanti e colf

di Giampiero Falasca e Valentina Melis

Con l’estensione dell’obbligo di green pass a tutto il settore pubblico e privato arriva una svolta anche per i due milioni di famiglie che utilizzano il lavoro domestico o di assistenti familiari, come li definisce il Contratto collettivo rinnovato nel 2020.

Al pari di ogni altra categoria di lavoratori, infatti, anche colf, badanti, babysitter e tutte le altre figure affini saranno assoggettate alla regola che rende obbligatorio, dal 15 ottobre, il possesso del certificato verde per accedere al luogo di lavoro. Come ha precisato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, dopo il Consiglio dei ministri di giovedì scorso, «anche l’abitazione è considerata in quel caso un luogo di lavoro e quindi la certificazione è richiesta, dovrà chiederla chi fa entrare i lavoratori in casa».

È una svolta importante. Potrà offrire tutele e certezze alle famiglie che ogni giorno ospitano nelle proprie case persone di cui, fino a oggi, non hanno potuto controllare l’avvenuta vaccinazione o la negatività al virus. Una situazione ad alto rischio, se si pensa che badanti e babysitter spesso lavorano a contatto con persone fragili, in alcuni casi - ad esempio i bambini - nemmeno vaccinate.

Con le nuove regole le famiglie potranno, quindi, prevenire le situazioni di maggiore pericolo anche se il meccanismo pensato per un posto di lavoro “ordinario” dovrà essere adattato al contesto domestico. L’impianto previsto dal Governo si basa, infatti, su alcuni adempimenti che dovranno necessariamente essere rimodulati per colf e badanti: il luogo di lavoro è del tutto particolare e gli obblighi previsti dal nuovo decreto dovranno essere applicati in maniera flessibile per questi particolari datori di lavoro.

Documentazione complessa

Basti pensare all’obbligo previsto dal nuovo decreto legge per ciascun datore di predisporre un piano di controlli e nominare le persone adibite a svolgere quotidianamente la verifica del possesso del green pass: in un contesto semplice come quello domestico, appare difficile predisporre una documentazione così complessa. Sarà quindi opportuno che il Governo fornisca indicazioni, anche per via amministrativa, per gestire in maniera semplificata questi adempimenti.

Sarà importante definire anche le modalità di svolgimento dei controlli: l’uso della app Verifica C19 attualmente impiegata dai locali e dai datori di lavoro già soggetti all’obbligo di green pass sembra garantire un sufficiente livello di semplicità. La app, descritta e regolata dal Dpcm del 17 giugno 2021, può essere scaricata dalle famiglie anche sul telefono cellulare, e consente la verifica del QR code di ciascun green pass.

Le famiglie dovranno prendere sul serio l’obbligo di controllo, ricordando che la legge predispone un meccanismo sanzionatorio abbastanza pesante, sia per chi accede sul lavoro senza certificato verde, sia per i datori di lavoro che non faranno i controlli.

Il nuovo decreto prevede, infatti, a carico dei datori – anche quelli che usano il lavoro domestico – una sanzione di importo variabile, da 400 a 1.000 euro, per il mancato svolgimento dei controlli. La sanzione per chi accede al posto di lavoro senza il green pass va invece da 600 a 1.500 euro.

Per non parlare dei possibili profili di responsabilità che potrebbero emergere in caso di contagio di terze persone da parte di lavoratrici o lavoratori domestici privi di green pass. Ricordiamo, ad esempio, che l’obbligo del certificato verde è già previsto dal 10 settembre per le baby sitter che vanno a prendere i bambini a scuola, così come per i genitori (Dl 122/2021).

Le nuove regole si applicheranno a tutti i rapporti domestici, anche quelli svolti con forme e contratti diversi dal lavoro subordinato, mentre non potranno estendersi ai tanti rapporti di lavoro irregolare, stimati oltre il milione, che ancora oggi sono diffusi nell’ambito domestico. Secondo una proiezione dell’associazione datoriale Assindatcolf, basata sui dati dei propri iscritti, considerando i 920mila lavoratori censiti dall’Inps e quelli irregolari, cioè in nero, la platea dei domestici conterebbe complessivamente 240mila baby sitter, 740mila badanti e oltre un milione di colf.

Per i rapporti irregolari sarà di fatto impossibile far funzionare il sistema del green pass, con la conseguenza che - oltre a generare danni al lavoratore, all’erario e agli istituti di previdenza - questi rapporti potrebbero diventare anche focolai di trasmissione e diffusione del Covid.

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