Agevolazioni

Irap, eliminata la componente lavoro

di Marco Mobili

Taglio dell'Irap da 6,5 miliardi, ma con un effetto di cassa per 5 miliardi, almeno stando a quanto confermato ieri dal Premier, Matteo Renzi. La legge di stabilità, varata dal Consiglio dei ministri, porta in dote alle imprese la tanto attesa cancellazione della componente lavoro dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive. Una misura che, nelle attese del Governo, dovrebbe produrre un effetto positivo sul Pil stimato in un decimale di punto. Tradotto in euro vorrebbe dire almeno 1,6 miliardi nel 2015 e a crescere fino a un miglioramento del Pil per circa 7 miliardi a regime dal 2017 (0,4 punti percentuali).

Non solo. La deducibilità integrale della componente lavoro chiesta da anni dalle imprese, in termini di impatto macroeconomico, produrrà un miglioramento diretto anche sull'occupazione che potrà crescere di altri 0,2 punti percentuali al termine del trimestre di competenza della legge di stabilità 2005-2017. Così come sui consumi con una progressione che andrà da 0,1 punti nel 2015 fino a 0,6 punti a regime dal 2018.

Non è stata una scelta facile quella dell'Esecutivo. Da una parte le imprese che anche in occasione della messa a punto della legge di stabilità hanno rinnovato con forza la richiesta di cancellare una volta per tutte la componente lavoro dal valore della produzione su cui si applica l'Irap. Dall'altra gli economisti di Palazzo Chigi divisi tra chi sposava a pieno la richiesta delle imprese soprattutto per sostenere chi crea lavoro a tempo indeterminato e chi invece scommetteva sulla necessità di incidere sui contributi sociali per rendere l'intervento più redistributivo e soprattutto per non penalizzare ulteriormente le casse delle regioni e del loro sistema sanitario a cui affluiscono i versamenti dell'imposta regionale.

Alla fine, come spesso accade, ha scelto direttamente il premier Renzi, scomettendo ben 6,5 miliardi di euro sul rilancio del sistema produttivo andando ad alleggerire il carico fiscale che oggi grava sulle imprese. Rendere integralmente deducibile la componente lavoro dalla base imponibile Irap può voler dire tagliarla del 50 per cento. Considerando anche il taglio di 2,2 miliardi del decreto salva-Italia già operativo dal 1° gennaio scorso, la perdita di gettito si assesterebbe tra gli 8 e i 9 miliardi di euro, rispetto ai 22 miliardi incassati annualmente dai soggetti privati. Rispetto agli 8-9 miliardi, però, l'Erario potrà comunque recuperare la minore deducibilità dell'Irap dalle imposte dirette come Irpef e Ires: questo porterebbe il taglio ai 6,5 miliardi annunciati dallo stesso Renzi e che nell'immediato produrranno un effetto di cassa per oltre 5 miliardi.

In termini di risparmi la cancellazione della componente lavoro sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, stando a recenti stime del Mef porterebbe risparmi tra il 7 e il 9% alle micro imprese fino a 5 dipendenti, del 30-35% per le più piccole, tra il 55 e il 60% per le imprese medio-grandi per altro maggiormente esposte alla concorrenza internazionale. In termini di risparmi medi (secondo le simulazioni presentate ieri dal Sole 24 Ore) il valore si attesterebbe sugli 800 euro annui per le imprese più piccole. Un importo destinato, però, a diventare più consistente per le imprese medio-grandi e soprattutto per banche e assicurazioni che applicano un'aliquota Irap superiore rispetto a quella ordinaria del 3,5 per cento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©