Agevolazioni

Lo sconto Irap favorisce i contratti stabili

di Luca Gaiani

Gli sconti Irap per il lavoro dipendente, contenuti nella legge di stabilità, si limitano ai contratti a tempo indeterminato, penalizzando altre forme di lavoro come i co.co.co. e il tempo determinato.
L'intervento del Governo sull'Irap, con decorrenza dal 2015, opera su due fronti.

Da un lato si prevede la deduzione integrale (e non solo limitata agli attuali importi fissi) del costo delle retribuzioni e accessori dei dipendenti a tempo indeterminato (i contributi sono già deducibili in base alle norme vigenti).

Dall'altro si riporta l'aliquota Irap alle misure vigenti prima del decreto 66/14 e dunque, per le imprese commerciali e industriali, al 3,9%. Due fronti che, in termini di finalità, si muovono però nella stessa direzione, quella stabilizzare i rapporti di lavoro.


Sotto questo profilo la manovra è sicuramente positiva: si premia chi già ha dipendenti a tempo indeterminato e si incentivano altresì le conversioni di rapporti precari o a tempo determinato in contratti stabili. Sì, perché per chi si avvale della forza lavoro precaria, la futura legge prevederà un doppio disincentivo: nessuna deduzione Irap (come già ora) e aliquota (e dunque gravame fiscale) che torna al 3,9%.

In realtà, per quantificare il cuneo fiscale che continuerà a gravare sul lavoro non a tempo indeterminato si deve tener conto della deducibilità dall'imponibile Ires dell'Irap che grava su questa componente. Ogni 100mila euro di costo di manodopera, l'onere effettivo che distinguerà il tempo determinato dal tempo indeterminato sarà pari a 3mila euro (pari al 3,9% meno la deduzione del 27,5%). Questa deducibilità non riguarda invece il costo dei co.co.co. e degli autonomi occasionali per i quali la penalizzazione è portata al massimo (3.900 euro ogni 100.000 euro).


L'incremento di aliquota (o, meglio, il ripristino di quella precedente) non colpisce solo chi utilizza lavoratori precari, ma anche le imprese che, con o senza dipendenti, sono gravate da elevati interessi passivi, oneri che mantengono il regime di indeducibilità integrale.

Il pensiero va in particolare alle società immobiliari, con ingenti invenduti, le quali, nonostante perdite di bilancio, si trovano a dover versare l'Irap (che torna al 3,9%) sugli interessi pagati alle banche.

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