Agevolazioni

Un «tesoretto» da 400 milioni per nuovi prodotti e digitale

di Antonio Pelo e Alessandro Sacrestano

Il sistema imprenditoriale italiano è ancora sensibilmente in ritardo rispetto agli altri Paesi Ue sulle misure di sostegno ai programmi di ricerca e sviluppo.

Gli ultimi dati forniti dall'Associazione italiana per la ricerca industriale riferiti al 2013 vedono infatti il nostro Paese al penultimo posto di una speciale classifica a nove (che comprende Francia, Germania, Gran Bretagna, Usa, Giappone, Cina, Israele e Russia), con una spesa di circa 26,52 miliardi di dollari. Ancora troppo poco.

Eppure l’interesse delle imprese per il sostegno alle politiche di R&S è fortissimo. Basti pensare che con il primo intervento dedicato dal ministero dello Sviluppo economico ai progetti di ricerca promossi dalle Pmi negli ambiti di Horizon 2020, lo sportello si è chiuso lo scorso ottobre dopo soli due giorni di apertura. Eppure, le risorse messe a disposizione ammontavano a 300 milioni di euro, di cui il 60% destinato ai progetti delle Pmi.

L’aiuto si sostanziava in un finanziamento agevolato per una percentuale di spese ammissibili calcolata in base alla dimensione dell'impresa, con durata fino a undici anni a un tasso agevolato pari al 20% del tasso di riferimento stabilito dalla Commissione Ue, che in ogni caso non poteva scendere al di sotto dello 0,8 per cento.

Visti gli apprezzabili risultati ottenuti con il bando, il Mise ha proposto due nuove misure, cui sono destinati ben 400 milioni di euro messi a disposizione dei grandi progetti nei comparti “Industria sostenibile” e “Agenda digitale”.

Allo stato mancano ancora i dettagli operativi per la presentazione delle domande, che saranno definiti da specifici provvedimenti di prossima emanazione.

Il primo intervento gode di uno stanziamento complessivo di 250 milioni ed è diretto a tutte le imprese di produzione di beni e servizi che dispongano di progetti di spesa tra un minimo di 5 milioni e un massimo di 40 milioni di euro. Sono finanziabili le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti o processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle “tecnologie abilitanti fondamentali” nell'ambito di settori quali processi e impianti industriali, trasporti, tlc, tecnologie energetiche e ambientali.

Le agevolazioni consistono in un finanziamento agevolato affiancato da un contributo diretto alla spesa. Il finanziamento sarà erogato in percentuale variabile a un tasso del 20% di quello di riferimento indicato periodicamente dalla Commissione Ue, mentre il contributo, a fondo perduto, sarà riconosciuto fino alla misura del 15% dell'investimento ammissibile per le Pmi e fino al 10% per le grandi imprese.

Il secondo intervento, quello per l’”Agenda digitale”, può contare su un budget di 150 milioni di euro ed è rivolto allo stesso target di imprese di “Industria sostenibile”. Diverso, invece, è l'ambito oggettivo di intervento.

I progetti di ricerca e sviluppo - che dovranno contemplare, in ogni caso, attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale dirette all'introduzione di nuovi prodotti, processi o servizi, oppure al miglioramento di quelli esistenti - dovranno prevedere lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali nel campo Itc, con adeguate e concrete ricadute sui settori applicativi specificamente individuati.

Si segnalano, in particolare, i comparti della salute e sicurezza, della formazione, dell'energia e dell'ambiente, delle tlc e della modernizzazione della Pubblica amministrazione.

A fronte dei programmi di spesa ammissibili (anche in questo caso di importo compreso tra 5 e 40 milioni di euro) saranno erogabili un finanziamento agevolato e un contributo diretto alla spesa, nelle stesse misure previste per la prima tipologia di intervento.

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