Agevolazioni

«Tira» il bonus Sud, 73mila contratti

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Più di 46mila uomini (46.899, per l’esattezza), 26.883 donne: nei primi sette mesi dell’anno sono state 73.782 le domande che i datori di lavoro meridionali hanno inoltrato all’Inps per ottenere il «bonus Sud», il nuovo esonero contributivo, fino a un massimo di 8.060 euro annui, introdotto a gennaio dall’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive, per assumere, o stabilizzare, a tempo indeterminato (o in apprendistato) under25 o disoccupati da almeno sei mesi.

La stragrande maggioranza di queste assunzioni “agevolate” sono veri e propri contratti a tempo indeterminato (52.175 - il 70,7% del totale); 17.629 sono trasformazioni di rapporti a termine, i restanti 3.978 sono apprendistati professionalizzanti. Si tratta di numeri positivi che aiutano anche a spiegare i dati Istat del secondo trimestre 2017, diffusi ieri, che confermano una crescita congiunturale degli occupati (+78mila unità anche se in larga prevalenza si tratta di contratti a termine) e un calo congiunturale di 0,4 punti del tasso di disoccupazione (sceso all’11,2 per cento).

L’incentivo targato Anpal, in vigore da gennaio, ha una dote complessiva di 530 milioni di euro (sono tutte risorse Ue), così suddivisa: 500 milioni sono a disposizione delle regioni “meno sviluppate” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), gli altri 30 milioni vanno ai territori “in transizione” (Abruzzo, Molise, Sardegna). A beneficiare del “bonus Sud” possono essere tutte le assunzioni effettuate fino al 31 dicembre 2017 da imprese ubicate in una delle sopracitate otto regioni meridionali (per il lavoratore si prescinde dal luogo di residenza - unico requisito soggettivo, se over25, è l’attestazione dello stato di disoccupazione).

Dai numeri che Anpal anticipa a questo giornale - si vedano i grafici qui accanto - emerge come nelle regioni “in transizione” siano giunte, e già confermate, 7.646 istanze; le altre 66.136 sono relative alle cinque regioni “meno sviluppate”. Finora, rende noto il presidente di Anpal, Maurizio Del Conte, sono stati impegnati circa 370 milioni (dei 530 milioni a disposizione); e si stima che da qui a fine anno si arriveranno a prenotare circa 470 milioni. «La misura sta tirando - ha aggiunto il dg di Anpal, Salvatore Pirrone - anche perchè è di semplice fruizione ed è gestita dall’Inps».

Il governo pensa di confermare il bonus Sud anche nel 2018, affiancandolo al dimezzamento triennale dei contributi per le assunzioni stabili di giovani, con l’obiettivo di rafforzare il “peso” degli incentivi nel Meridione (per giovani e non, senza un impiego), portando l’esonero contributivo al 100% (almeno per un anno).

Nonostante i segnali di miglioramento, infatti, al Sud l’occupazione è al 44,2%, e tra le donne il tasso di occupazione è al 32,3%. In questo quadro va letta la crescita dello 0,2% dell’occupazione al Sud e dello 0,2% di quella femminile nel Meridione. Per le donne, peraltro, il tasso di occupazione ha raggiunto il picco del 49,1% che è il più alto degli ultimi 40 anni, ma rappresenta uno dei peggiori dati a livello europeo (solo la Grecia fa peggio di noi). C’è un divario di 13,2 punti rispetto alla media europea di occupate. Quanto ai giovani, nel secondo trimestre l’unica fascia d’età che subisce una contrazione occupazionale è tra 15 e 24 anni (-0,4%, per le donne -0,6%), mentre l’incremento tendenziale maggiore riguarda la fascia da 50 anni in su (+0,9%). «Il Sud, dove meno di una persona su due in età lavorativa ha un impiego, non si è avvantaggiato della fase di crescita occupazionale che ha interessato le altre aree dopo la crisi» spiega Linda Laura Sabbadini, esperta di statistica. Che accanto al nodo dell’occupazione femminile, evidenzia l’emergenza giovani: «Nella fascia tra 15 e 24 anni gli occupati sono 8 punti sotto rispetto al 2008 - aggiunge Sabbadini - in quella tra 25 e 34 anni è 9 punti sotto nonostante il recupero di 2 punti dell’ultimo triennio. Rispetto al 2008 cresce solo la fascia oltre 50 anni (+12 punti). Malgrado i passi in avanti c’è tantissima strada da fare per tornare ai livelli precrisi per Sud e giovani e ai livelli europei per le donne».

Il quadro

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