Agevolazioni

La staffetta tra Sia e Rei spinge le richieste

di Francesca Barbieri

La data di partenza è fissata per il 1° gennaio 2018, ma tra pochi giorni si potranno presentare le domande, con un effetto traino sul numero di Isee del 2017. Si apre infatti da venerdì 1° dicembre la possibilità di richiedere il Rei, la versione italiana del reddito minimo per contrastare in modo permanente la povertà. Il reddito di inclusione potrà interessare in prima battuta circa 500mila famiglie - per 1,8 milioni di persone - e a seconda del numero dei componenti avrà un tetto mensile da 187 a 485 euro (che dovrebbe salire a 534 euro in base al Ddl di Bilancio).

Destinatarie sono le famiglie con determinati requisiti (si veda la circolare Inps 172 di giovedì scorso) e Isee massimo di 6mila euro.

Il Rei si tradurrà in una carta di pagamento elettronica (Carta Rei), simile a una prepagata. La Carta potrà essere usata, per metà dell’importo, anche per fare prelievi di contanti. Non si tratterà però solo di un beneficio economico, ma sarà richiesta l’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Le famiglie dovranno essere accolte da punti dedicati nei Comuni e inserite nella rete dei servizi (sociali, scolastici, del lavoro) da un’équipe multidisciplinare.

«La partita si giocherà soprattutto sul territorio - commenta Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà - e la possibilità di successo dipenderà dalla capacità del welfare locale di dare risposte personalizzate, facendo lavorare insieme soggetti che appartengono a mondi differenti».

Il Rei raccoglie il testimone dal Sia (sostegno per l’inclusione attiva) avviato a settembre 2016 come “misura ponte” verso il nuovo reddito di inclusione. «Si potrà passare da una misura all’altra - spiegano dalla direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale del ministero del Lavoro - purché il periodo complessivo non superi i 18 mesi».

Dalla rilevazione sui principali Comuni italiani emerge che una buona parte di domande per il Sia - che poteva essere chiesto fino al 31 ottobre scorso - sono state rispedite al mittente. A Milano, ad esempio, i beneficiari sono stati 1.800 su 5mila richieste, a Palermo poco più di 9mila su oltre 19mila domande. Le ragioni? «In primis il mancato raggiungimento del punteggio, ma anche il superamento della soglia Isee e la mancanza di altri requisiti» rispondono dal Comune di Torino dove su 4.246 domande ne sono state accolte 2.110.

Le percentuali di successo sono comunque leggermente migliorate nel 2017, con l’entrata in vigore dei nuovi criteri per il Sia che hanno ridotto la soglia per avere il beneficio da 45 a 25 punti, come si può vedere dai numeri del Comune di Bari: tra settembre 2016 e gennaio 2017 su 2.568 istanze ci sono stati 418 beneficiari; da febbraio a ottobre su 2.128 domande ne sono stati accettate 755.

«Con il Rei - concludono dalla Dg per la lotta alla povertà - non ci sarà più la valutazione multidisciplinare basata sul punteggio e dal 1° luglio la misura sarà universale, non essendo più rivolta prioritariamente alle famiglie con figli minori, donne incinte, disabili o disoccupati di età superiore ai 55 anni». L’obiettivo, grazie anche ai nuovi stanziamenti del Ddl di Bilancio (300 milioni per il 2018 e 700 per il 2019) è di raggiungere 780mila famiglie, circa la metà rispetto a quelle in povertà assoluta censite dall’Istat(1,6 milioni).

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