Agevolazioni

Formazione, 40 ore gratis ai dipendenti degli studi

di Flavia Landolfi

Non solo formazione gratuita per i dipendenti degli studi professionali (e delle imprese): ora il sistema bilaterale di welfare per gli studi professionali articolato in Ebipro, Cadiprof e Fondoprofessioni raddoppia spingendo la categoria verso un training più massiccio.

Con una delibera approvata alla fine di dicembre, la capofila Ebipro ha siglato un accordo - per ora senza stanziamento - che assicurerà ai datori di lavoro iscritti ai tre enti un doppio sconto sul training dei propri dipendenti: non solo quindi la gratuità dei corsi veri e propri garantita da Fondoprofessioni ma un pacchetto di 40 ore lavorative dirottate sulla formazione per ciascun dipendente. «Lo scopo - spiega Leonardo Pascazio, presidente dell’ente bilaterale - è quello di incentivare la formazione professionale in tutte le realtà degli studi aderenti: stiamo parlando di oltre 80mila studi iscritti e di 205mila dipendenti, molti dei quali non conoscono le opportunità dell’aggiornamento professionale». Il nuovo bonus - che sarà attivo tra la fine del mese e gli inizi di marzo con la messa a punto della piattaforma online per la presentazione delle domande - punta dritto a incentivare un’attività che troppo spesso, soprattutto nelle piccole realtà, rischia di essere il fanalino di coda.

Il gettone sulla formazione
Si tratta di un contributo, a favore del datore di lavoro, del 100% della retribuzione «derivante dalla fruizione dei permessi studio». Tra questi, oltre alla scuola dell’obbligo, l’univeristà e i master già previsti nel contratto di lavoro ma estesi ad altri tre giorni e portati dal 50 al 100% dell’intensità del rimborso, ora si aggiungono i corsi di formazione o aggiornamento professionale finanziati da Fondoprofessioni.

Il contributo è concesso nel limite massimo di 40 ore annuali «al datore di lavoro che sia in regola con i versamenti alla bilateralità del settore (Cadiprof e Ebipro) e abbia un’anzianità contributiva di almeno 6 mesi al momento della concessione». La domanda per i corsi professionali va presentata entro 60 giorni dalla conclusione del corso e una sola volta l’anno. All’istanza, online, vanno poi allegate la copia dell’attestato di partecipazione al corso e quella dei prospetti di paga che attestino la fruizione dei permessi studio. Per quanto riguarda i tempi dei rimborsi, il regolamento fissa in 4 mesi il limite massimo della procedura. Per quanto riguarda invece i rimborsi per l’istruzione dell’obbligo, universitaria o specialistica, le domande vanno presentate nell’arco del mese di gennaio dell’anno successivo alla frequenza. Anche in questo caso andranno allegati i documenti che dimostrano la frequenza e la fruzione di permessi ad hoc.

Vale la pena di ricordare poi che Fondoprofessioni ha inaugurato l’anno con un pacchetto di 11 nuovi bandi. L’ente di formazione professionale per i dipendenti degli studi (e per i titolari come uditori) offre due tipi di percorso: uno tagliato su misura per gruppi di studi, individuati anche territorialmente (o quelli che si mettono in rete) che accedono a un rimborso del 100% dei costi. Un altro invece “viaggia” a catalogo ed è rimborsato per l’ 80%: in questo caso i singoli studi possono scegliere il corso sulla piattaforma di Fondoprofessioni in base alle proprie necessità.

L’identikit dei «formati»
Il gap è tutto nei numeri: a fronte di una platea di oltre 80mila datori di lavoro per 205mila dipendenti che aderiscono al contratto nazionale, sono solo 46mila studi per 100mila dipendenti gli iscritti a Fondoprofessioni. «Molti professionisti non sanno che lo 0,3% della contribuzione è destinata, secondo il nostro contratto, alla formazione - dice Marco Natali, presidente dell’ente per la formazione - ma che va comunque opzionata per accedere gratuitamente ai corsi che noi finanziamo». Con l’effetto di una dispersione di risorse «che restano nelle casse dell’Inps o di altri Fondi non di settore». All’origine c’è innanzitutto un fattore culturale «perché non è ancora passato il concetto che formare i propri dipendenti significa restare sul mercato, mentre ancora in troppi ritengono che l’aggiornamento non sia fondamentale: o ti formi o ti fermi».

Chi non si è fermato, secondo Fondoprofessioni, sono i 17mila dipendenti degli studi (ce ne sono altri 5mila delle aziende) che dal 2019 al gennaio 2021 hanno partecipato ai corsi dell’ente per un totale di 356mila ore in aula. La concentrazione è in Lombardia, mentre le aree di interesse più gettonate sono quelle della gestione e amministrazione dello studio (24% del monte orario) e a seguire contabilità e finanza (22%). Schiacciante la presenza delle donne: 12mila circa contro 5mila uomini. Per quanto riguarda gli ambiti professionali dei dipendenti formati, primi della lista per consistenza sono gli studi dei commercialisti, tributaristi e revisori contabili con quasi 4mila dipendenti formati, mentre i consulenti del lavoro conquistano il terzo posto con 1.248 allievi.

L’identikit della formazione tra i dipendenti dal 2019 a oggi

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©