Agevolazioni

Smart working, nel bonus da 516 euro anche arredamento e postazione di casa

di Giovanna Mancini

Dal Decreto sostegni approvato la scorsa settimana potrebbe arrivare una spinta alla ripresa dei produttori di mobili per ufficio, uno dei settori più colpiti all’interno della filiera del legno-arredo, a causa non solo della crisi innescata dalla pandemia, ma soprattutto dall’ampio ricorso allo smart working da parte delle aziende in tutto il mondo, che ha frenato gli investimenti nel mondo degli uffici.

Tra gli emendamenti approvati dal Parlamento c’è infatti la proroga a tutto il 2021 dell’aumento a 516,46 euro destinati ai cosiddetti «fringe benefits», ovvero lo strumento di welfare aziendale che consente ai datori di lavoro di cedere ai propri lavoratori un importo da spendere in beni e servizi. Il raddoppio del plafond (da 258,23 a 516,43 euro) introdotto dall Decreto agosto è una leva importante per spingere i consumi in un momento di crisi, e potrebbe rivelarsi fondamentale per il mondo dell’arredo da ufficio, perché tra i beni acquistabili, tramite le apposite piattaforme, sono compresi anche sedute ergonomiche, scrivanie e prodotti di illuminazione specifici per lavorare in modo adeguato (in termini di salute e sicurezza) anche da casa.

«Questa misura esisteva già, ma erano in pochi a conoscerla, soprattutto tra le aziende più piccole – osserva il presidente di Assufficio, Gianfranco Marinelli –. Inoltre, il precedente plafond era insufficiente per allestire in casa una postazione di lavoro consona ai criteri di ergonomia e salubrità». Il raddoppio della cifra a disposizione (sebbene inferiore ai 1.000 euro richiesti da FederlegnoArredo) dovrebbe favorire l’inserimento nel “paniere” dei beni acquistati anche gli strumenti necessari a svolgere correttamente il lavoro da remoto. «L’entità dell’importo non consentirà grandi spese, ma è sufficiente all’acquisto di una seduta ergonomica, l’elemento più importante per chi lavora da casa, assieme a una piccola scrivania regolabile in altezza», precisa Marinelli».

Ora si tratta però di far conoscere meglio questa possibilità che, da agosto a oggi, è stata poco sfruttata per i mobili: il bonus è stato infatti speso soprattutto per prodotti tecnologici per la didattica a distanza, dispositivi di protezione individuale e prodotti per l’igiene e la pulizia.

Le aziende produttrici di arredi e sistemi per ufficio si stanno attrezzando in questo senso: «Stiamo sensibilizzando i nostri associati, perché si adoperino a individuare prodotti che possano essere oggetto di spesa per i dipendenti, oppure a creare dei prodotti ad hoc – spiega il presidente di Assufficio –. Penso in particolare a sedute e scrivanie adatte a entrare in appartamenti che, in media, non sono molto grandi, perciò dovranno essere di dimensioni ridotte, al massimo 70-75 centimetri per 55-60 e possibilmente elevabili in altezza». Si tratterà di avviare una importante campagna di comunicazione e informazione relativa a questa norma, sia tra i datori di lavoro, sia tra i dipendenti. L’auspicio è che la norma, ma anche l’aumento del plafond, vengano estesi anche nel 2022.

Il vantaggio per le imprese e i lavoratori è evidente. Ma anche per lo Stato: un recente studio Ambrosetti stima che, mantenendo la soglia di esenzione a 516 euro, si metterebbe in moto, potenzialmente, 1,6 miliardi di euro di consumi nel Paese, con un incremento complessivo di 794 milioni di euro (251,5 euro pro-capite). Se il plafond venisse innalzato a 1.000 euro, i consumi raggiungerebbero la cifra di 1,88 miliardi (337,2 euro pro-capite). Ovviamente, la stima è sulla spesa complessiva, non solo per quella potenzialmente indirizzata a postazioni per lo smartworking.

Ma per i produttrici di arredi per l’ufficio (oltre 300 aziende in Italia e 6mila dipendenti) è un ottimo segnale: «Siamo convinti che sarà d’aiuto – conferma Marinelli –. Il nostro settore è uscito un po’ malconcio dal 2020, a differenza di altri comparti del legno-arredo, che hanno invece contenuto le perdite e quest’anno registrano segnali di ripresa». L’anno scorso il settore ufficio ha chiuso con un fatturato in calo del 20%, poco sopra il miliardo di euro, con un calo superiore sul mercato interno (-22,2%) rispetto a quelli esteri (-17,5%), che incidono per il 47% sui ricavi complessivi. «Nel 2021 non ci aspettiamo ancora un recupero, ma speriamo almeno che la situazione si stabilizzi – aggiunge il presidente –. Il futuro degli uffici è molto incerto. Tuttavia, anche se diminuiranno gli spazi destinati alle sedi delle aziende, credo che questo calo potrà essere compensato da nuovi fenomeni, come appunto quello dello smart working, e anche del coworking. Il mondo del lavoro è cambiato ed è chiaro che anche quello delle attrezzature per il lavoro debba cambiare».

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