Agevolazioni

Clausola Mise sugli aiuti: priorità all’assunzione di lavoratori in crisi

di Carmine Fotina

Fissare un percorso sulle assunzioni per le aziende che ricevono incentivi e riorganizzare la gestione dei tavoli di crisi. Due distinti documenti del ministero dello Sviluppo (Mise) intervengono così sulla materia al centro in questi giorni del confronto sul decreto Orlando-Todde in materia di chiusure e delocalizzazioni. È un’impostazione diversa quella che emerge dai due interventi cui già da diverse settimane stava lavorando il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Non è un mistero del resto che l’attuale bozza del decreto Orlando-Todde non goda del favore dell’esponente della Lega non ricalcando la sua idea sui percorsi da seguire in questo campo, sostenuta anche pubblicamente.

Un atto di indirizzo, firmato dal capo di gabinetto su indicazione di Giorgetti e trasmesso alle direzioni generali, alla viceministra Alessandra Todde (che ha la delega sui tavoli di crisi) e al viceministro Gilberto Pichetto (delega alla politica industriale) prevede che nei bandi e nei provvedimenti di concessione di incentivi, agevolazioni, contratti di sviluppo o in generale misure di sostegno finanziario da parte del Mise sia inserita una clausola sull’occupazione.

Le aziende beneficiarie, nel caso sia previsto un incremento occupazionale, devono impegnarsi, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di addetti, e chiaramente dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti professionali, ad assumere prioritariamente lavoratori residenti nel territorio dove viene localizzato l’investimento e che percepiscano interventi di sostegno al reddito (quindi ammortizzatori e altre integrazioni salariali), oppure che risultino disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo e, successivamente, lavoratori delle aziende del territorio di riferimento coinvolte dai tavoli di crisi del Mise.

Proprio quei tavoli di crisi la cui gestione è da anni il punto critico del ministero. Per fare chiarezza sulle procedure e anche sui dati dei tavoli effettivamente aperti e chiusi Giorgetti ha firmato una direttiva fissando una cornice entro la quale, evidentemente, dovrà muoversi anche la viceministra Todde che ha la delega sulla materia. L’articolo 1 definisce i criteri per l’individuazione delle crisi di rilievo nazionale che possono essere trattate dalla Struttura di crisi del ministero (dallo scorso giugno guidata da Luca Annibaletti): imprese con almeno 250 dipendenti assunti in Italia (compresi lavoratori a termine, apprendisti e lavoratori in part-time); imprese localizzate in più di una regione in Italia, il cui stato di crisi può avere significativi impatti occupazionali o sul sistema produttivo; imprese di rilevante interesse nazionale ai sensi della normativa sul «golden power» e per il peso sull’indotto; imprese titolari di marchi storici.

Fatta salva la possibilità di procedere d’ufficio, a chiedere l’apertura di un tavolo potranno essere quattro tipologie di soggetti: la stessa azienda; i suoi creditori; le amministrazioni nazionali e le Regioni; i sindacati. La struttura del Mise, nel caso in cui valuti ci siano i presupposti, analizza le cause della crisi, verifica possibili piani industriali di salvataggio e piani di formazione e ricollocamento dei lavoratori, trasmette al Comitato per l’attrazione degli investimenti esteri le informazioni per proporre la reindustrializzazione a investitori stranieri. Dovrà essere chiarito che cosa significa chiudere un tavolo (per superamento della crisi o acclarata impossibilità di una soluzione).

Con troppa facilità infatti fin qui sono circolati numeri sulla chiusura delle vertenze, senza che con trasparenza fossero forniti dettagli sia sui nomi delle aziende sia sui singoli esiti (reindustrializzazione? ricollocamento dei lavoratori? fallimento?). Il censimento reso noto dagli uffici della viceministra Todde parla di 87 tavoli a fronte dei 150 del dicembre 2019. L’articolo 5 della direttiva, sulle disposizioni in materia di trasparenza, stabilisce che ogni sei mesi, sul sito del ministero, dovrà essere pubblicato un resoconto sull’attività di gestione delle crisi, che dia conto dei tavoli aperti, dell’esito delle riunioni svolte e delle attività di analisi di studio e monitoraggio che vengono svolte.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©