Agevolazioni

Flop contratto di rioccupazione, solo 4mila assunzioni

di Enzo De Fusco e Giorgio Pogliotti

Sono 4.073 le domande accolte, mentre altre 600 sono in corso di elaborazione presso l’Inps: è il “magro” bilancio delle assunzioni effettuate con il contratto di rioccupazione, introdotto dal decreto Sostegni bis, in via sperimentale dal 1° luglio 2021 allo scorso 31 ottobre.

Per questo contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato diretto a incentivare l’inserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati, promosso dal ministro Andrea Orlando, il Governo ha destinato una dote ingente (585,6 milioni per il 2021, 292,8 milioni per il 2022 e 42 milioni per il 2023). L'assunzione con il contratto di rioccupazione era subordinata alla definizione, con il consenso del lavoratore, di un progetto individuale di inserimento, di durata di sei mesi, finalizzato a garantire l’adeguamento delle competenze professionali del lavoratore nel nuovo contesto lavorativo. Ai datori di lavoro privati (con esclusione del settore agricolo e del lavoro domestico), che hanno assunto lavoratori con il contratto di rioccupazione è riconosciuto per un massimo di sei mesi, l'esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail, nel limite di importo di 6mila euro su base annua (riparametrato su base mensile, massimo 3mila euro). La relazione tecnica al decreto stimava 325mila assunzioni a tempo indeterminato, con un beneficio medio mensile per i datori di lavoro di 450 euro, ma la risposta del ministero del Lavoro ad un’interrogazione presentata alla Camera da Niccolò Invidia (M5S) ridimensiona enormemente questa cifra: al 4 novembre risultavano poco più di 4.073 assunzioni (e 600 in corso di elaborazione) .

Già all'indomani dell'approvazione del Dl sostegni bis erano emerse due importanti criticità che già preannunciavano il flop della disposizione (si veda Il Sole-24ore del 22 maggio 2021): il beneficio rientrava nel limite di 1,8 milioni del temporary framework e quindi, salvo poche eccezioni, risultava sostanzialmente precluso alle medie e grandi aziende, ossia quelle che tendenzialmente hanno assunto in questo periodo. Inoltre il neonato contratto di rioccupazione si sovrapponeva per finalità al già vigente contratto di apprendistato per la riqualificazione dei disoccupati senza alcun limite di età, con la differenza che quest’ultimo risultava molto più conveniente del contratto di rioccupazione.

Infatti, a fronte di una retribuzione annua di 30.000 euro, su tre anni il contratto di rioccupazione assicurava una riduzione del costo del lavoro del 2,44% (3mila euro). Mentre il beneficio del contratto di apprendistato per la riqualificazione, senza considerare il sotto inquadramento retributivo e gli altri benefici, risultava più consistente in quanto assicurava sullo stesso periodo triennale una riduzione del costo del lavoro di quasi il 17%, pari a oltre 20 mila euro di risparmio.

Peraltro, a scoraggiare il datore di lavoro c’era anche lo slalom tra oltre 15 condizioni e divieti previsti dalle norme per non incorrere nella restituzione dei benefici previsti (si veda Il Sole24Ore del 20 agosto 2021).

«I numeri fatti registrare dal contratto di ricollocazione - rileva Invidia - sono stati modesti. Le risorse inutilizzate potrebbero essere destinate per garantire più partenariati con gli Its. Questi ultimi hanno ancora un grande potenziale inespresso nella formazione continua degli Over 50, che più di altri, anche con corsi di breve durata, hanno necessità di aggiornare le proprie competenze ed essere ricollocati nel mercato del lavoro o reskillati». Nell’ultima versione della legge di Bilancio, tuttavia, all'articolo 30 è spuntato un Fondo da 700 milioni nelle disponibilità del ministero del Lavoro: resta da capire se le risorse derivino proprio dai risparmi del contratto di rioccupazione.

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