Agevolazioni

Al via la formazione per rifugiati e richiedenti asilo per agevolare l’inserimento lavorativo nel settore edile

I titolari di protezione speciale, i minori stranieri non accompagnati e coloro che hanno fatto ingresso in Italia come minorenni soli, ma che nel frattempo hanno raggiunto la maggiore età, potranno fruire di percorsi formativi al fine del loro inserimento lavorativo nel settore dell'edilizia

di Alberto Rozza

Il ministero del Lavoro, il 16 maggio 2022, ha siglato un protocollo d'intesa, della durata di tre anni, con il ministro dell'Interno, il presidente di Ance e i segretari generali di Fillea-Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil al fine favorire l'inserimento socio-lavorativo dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità, tramite percorsi formativi e opportunità di lavoro nel settore edile.
All'elaborazione del documento hanno collaborato anche Unhcr e Anci.
Il protocollo risponde all'esigenza di individuare uno strumento prioritario per favorire la convivenza dei cittadini italiani e stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione e di consentire allo straniero di partecipare alla vita economica, sociale e culturale. Il lavoro rappresenta sicuramente uno degli assi fondanti dei percorsi di integrazione dei cittadini migranti.
Infatti, negli ultimi anni è tornato a crescere il numero dei migranti che arrivano in Italia nell'ambito di flussi non programmati, con conseguenti ricadute sul sistema dell'accoglienza. Dal monitoraggio è risultato che al 15 aprile 2022 sono presenti in accoglienza circa 82mila migranti, nel 65% dei casi ospitati nei centri di accoglienza e nel 35% dei casi nelle strutture del Sistema di accoglienza e integrazione costituito dalla rete dagli Enti locali.
A questo si aggiunga che da agosto 2021, a seguito del cambio di regime in Afghanistan, sono stati evacuati e portati in Italia in sicurezza circa 5mila cittadini afghani. Altre persone in fuga dal Paese arriveranno in Italia con ulteriori operazioni di evacuazione, tramite l'apertura di corridoi umanitari e nell'ambito di flussi non programmati, facendo crescere la richiesta di protezione, accoglienza e integrazione.
Infine, dalla fine di febbraio 2022 l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa ha causato un consistente afflusso in Italia di persone in fuga dalla guerra, prevalentemente donne con bambini, che alla fine di aprile 2022 hanno superato quota 100mila. Coerentemente con la decisione di esecuzione (Ue) 2022/382 del Consiglio, a queste persone è riconosciuta la "protezione temporanea" ai sensi del Dlgs 85/2003, che consente l'accesso al mercato del lavoro e allo studio, oltre che all'assistenza sanitaria e alle altre misure assistenziali.
Nel settore delle costruzioni, la manodopera straniera rappresenta oltre il 17% degli occupati, un'incidenza ben superiore alla media del 10% di stranieri che si registra sul totale degli occupati in Italia. Nelle costruzioni si concentrano anche il 21% di imprenditori migranti, nella maggior parte dei casi transitati prima per rapporti di lavoro dipendente. Alla luce di quanto osservato in passato per altri consistenti flussi migratori, il settore edile potrebbe offrire importanti opportunità di impiego e di integrazione in Italia anche per richiedenti asilo, rifugiati e altre categorie di migranti vulnerabili in possesso di titolo di soggiorno che consente lo svolgimento di attività lavorativa.
È per questo motivo che il protocollo si rivolge, oltre ai richiedenti e titolari di protezione internazionale o temporanea, anche ai titolari di protezione speciale, ai minori stranieri non accompagnati in transizione verso l'età adulta e ai cittadini stranieri maggiorenni entrati in Italia come minori stranieri non accompagnati. Si tratta comunque di soggetti stranieri titolari di permessi di soggiorno che consentono l'attività lavorativa.
Ulteriori condizioni di vulnerabilità potranno, in ogni caso, essere valutate tra le Parti firmatarie del Protocollo per estendere di comune accordo la platea dei beneficiari, garantendo anche la pari opportunità tra donne e uomini.
In conclusione i percorsi formativi e le altre misure di politica attiva del lavoro sono destinate a garantire esperienze nelle aziende associate, con l'obiettivo di un successivo inserimento lavorativo.

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