Agevolazioni

Invito per progetti di reinserimento delle lavoratrici madri

di Roberto Lenzi

È operativo il bando che permette alle imprese di ottenere contributi per il rientro nei posti di lavoro delle lavoratrici madri. L'agevolazione è concessa a valere sul progetto #RiParto – Percorsi di welfare aziendale per agevolare il rientro al lavoro delle madri, favorire la natalità e il work-life balance.

Il ministero delle Politiche della famiglia, con l'avviso del 6 giugno 2022, ha stanziato 50 milioni per sostenere il reinserimento delle neomamme dopo l'esperienza del parto, anche attraverso l'armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia. Lo scopo viene perseguito mediante il finanziamento di progettualità proposte dalle imprese aventi sede legale o unità operative sul territorio nazionale.

Possono presentare domanda, entro le ore 12 del 5 settembre 2022, le imprese, i consorzi e i gruppi di società collegate o controllate, anche in forma associata. In questo caso, le imprese si uniranno a formare un'associazione temporanea d'impresa (Ati) oppure un'associazione temporanea di scopo (Ats), nelle quali verrà individuato un capofila che dovrà presentare un'unica domanda di finanziamento, un unico progetto e un unico piano finanziario.

I beneficiari avranno 24 mesi di tempo per attuare il progetto. Le proposte progettuali, provenienti da tutto il territorio nazionale, devono prevedere azioni volte a supportare l'assunzione del nuovo ruolo genitoriale in un'ottica di armonizzazione della vita privata e lavorativa, fornendo altresì sostegno psicologico/fisico, formazione e aggiornamento alla neomamma.

I progetti potranno riguardare una o più azioni coerenti tra loro, anche in considerazione delle dimensioni aziendali e del contesto lavorativo di riferimento.

Ciascuna iniziativa progettuale prevede una spesa massima e minima stabilita sulla base del numero di dipendenti dell'azienda e il totale dei ricavi registrati nell'ultimo esercizio contrabile concluso. Per le microimprese con meno di 10 dipendenti e un totale dei ricavi pari o inferiore a 2 milioni, la spesa ammissibile è compresa tra 15mila e 50mila euro.

Le imprese devono contribuire con risorse finanziarie proprie pari ad almeno il 10% del totale dell'importo; in questo caso, il contributo può arrivare fino al 90% della spesa. Le piccole imprese, con meno di 50 dipendenti e ricavi inferiori o uguali a 10 milioni, possono presentare progetti con un minimo di spesa di 30mila e un massimo di 100mila euro. Queste ultime devono contribuire con risorse finanziarie proprie pari ad almeno il 15% del totale dell'importo richiesto, quindi il contributo può arrivare all'85% della spesa.

Per le medie imprese la spesa progettuale deve essere compresa tra 80mila e 250mila euro e deve essere finanziata per almeno il 20% dell'importo totale con risorse finanziarie proprie dell'azienda. Il contributo può arrivare fino all'80% della spesa.

Il soggetto proponente con più di 250 dipendenti e ricavi superiori a 50 milioni di euro, quindi la grande impresa, deve sostenere una spesa compresa tra un minimo di 200mila euro e un massimo di un milione. In questo caso, i richiedenti devono contribuire nella misura percentuale del 30% del totale dell'importo richiesto dal progetto, ne consegue un contributo fino al 70% della spesa.

La valutazione è effettuata sulla base di una graduatoria, con soglia minima di punteggio pari a 70 punti. Qualora in sede di collocazione delle imprese all'interno della graduatoria due o più soggetti conseguano il medesimo punteggio e non vi sia la possibilità di finanziarli tutti per insufficienza di risorse, la commissione di valutazione procederà con l'individuazione delle imprese da finanziare. Verrà data priorità al progetto che prevede una percentuale maggiore di co-finanziamento. Qualora la percentuale di cofinanziamento risulti essere la medesima, la commissione sorteggerà il soggetto finanziato in seduta pubblica.

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