Agevolazioni

Bonus 150 euro diretto in busta paga (ma non per tutti)

L’aiuto anti inflazione dovrebbe arrivare con lo stipendio di novembre ai lavoratori dipendenti, che dovranno dichiarare di non essere titolari né di pensione né di reddito di cittadinanza. Altre categorie di lavoratori dovranno presentare la domanda all’Inps, come già è accaduto per il bonus di 200 euro introdotto dal Dl 50/2022

di Valentina Melis

Tra i dossier aperti che il nuovo Parlamento dovrà affrontare ci sarà anche la conversione in legge del decreto Aiuti-ter (Dl 144/2022, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 223 di venerdì 23 settembre): è l’ultimo provvedimento emanato dal Governo Draghi prima delle elezioni per far fronte al caro energia e all’aumento dell’inflazione, arrivata ad agosto all’8,4% su base annua.

Per aiutare le famiglie, il decreto ha introdotto una riedizione del bonus in denaro esentasse che era stato già previsto dal primo decreto Aiuti (Dl 50/2022) per lavoratori (dipendenti e autonomi), pensionati, disoccupati, percettori del reddito di cittadinanza. Lra differenza è nella misura dell’assegno, che non sarà più di 200 euro, come quello erogato da luglio, ma di 150 euro, e in base alle attuali previsioni del Dl 144/2022 arriverà ai beneficiari da novembre in poi.

La platea si restringe da oltre 31 milioni di italiani, coinvolti dal bonus 200 euro, a 21,8 milioni, perché è stata abbassata la soglia di reddito per l’accesso: a parte chi otterrà i 150 euro senza filtri reddituali, come i disoccupati e i beneficiari del reddito di cittadinanza, questa volta potrà incassare il bonus solo chi ha un reddito annuo fino a 20mila euro.

La spessa totale per l’una tantum d’autunno si riduce così da 6,9 miliardi stanziati con il decreto Aiuti-bis per il bonus da 200 euro, a 3,27 miliardi per i 150 euro.

Pensionati

La platea più numerosa di beneficiari dei 150 euro (8,3 milioni quelli che hanno i requisiti) è quella dei pensionati. Devono essere residenti in Italia, avere uno o più trattamenti pensionistici (compresi pensione o assegno sociale, pensione o assegno per invalidi civili, trattamenti di accompagnamento alla pensione con decorrenza entro il 1° ottobre) e avere un reddito personale assoggettabile a Irpef per il 2021 entro 20mila euro. Dal calcolo sono esclusi il Tfr, il reddito della casa di abitazione e gli arretrati soggetti a tassazione separata. Salvo modifiche che potrebbero essere introdotte dalla legge di conversione del Dl 144/2022, il bonus di 150 euro arriverà automaticamente dall’ente previdenziale (Inps o altro) con la pensione di novembre.

Lavoratori dipendenti

È prevista l’attribuzione automatica, con la busta paga di novembre, anche per 6,7 milioni di lavoratori dipendenti del pubblico e del privato, con retribuzione imponibile mensile, nello stesso mese, fino a 1.538 euro. I beneficiari non devono essere titolari di pensione né di reddito di cittadinanza, e devono dichiarare di avere questi requisiti. A pagare il bonus sarà il datore di lavoro, che compenserà poi la spesa con i contributi dovuti all’Inps.

Domestici

I 150 euro dovrebbero arrivare a novembre, direttamente sul conto corrente, dall’Inps, ai lavoratori domestici che hanno già beneficiato dei 200 euro, senza la necessità di una ulteriore domanda. Questi lavoratori devono avere un rapporto attivo al 24 settembre 2022. La richiesta dei 200 euro, aperta ai domestici con reddito Irpef 2021 fino a 35mila euro e un rapporto attivo al 18 maggio scorso, è peraltro ancora possibile, tramite il sito Inps, fino a venerdì 30 settembre. Una sola domanda - per chi lavora ancora - dà quindi diritto a 350 euro di bonus.

Incasso automatico anche per chi percepirà a novembre la Naspi o la Dis-Coll (l’indennità di disoccupazione per lavoratori o collaboratori), per chi incassa nel 2022 l’indennità di disoccupazione agricola di competenza del 2021, per i beneficiari del reddito di cittadinanza (con la rata di novembre), e per i lavoratori del turismo e dello sport che hanno avuto nel 2021 le indennità Covid introdotte dai decreti Sostegni.

Chi deve fare la domanda

Devono ripresentare la domanda, per i 150 euro, i collaboratori coordinati e continuativi ex articolo 409 del Codice di procedura civile, i dottorandi e gli assegnisti di ricerca con un contratto attivo al 18 maggio 2022, iscritti alla gestione separata e con un reddito 2021 derivante dagli stessi rapporti entro 20mila euro. È escluso chi percepisce una pensione.

Serve la domanda anche per i lavoratori stagionali, a termine e intermittenti che nel 2021 hanno lavorato per almeno 50 giornate, e per i lavoratori dello spettacolo con 50 contributi giornalieri versati nel 2021. Per tutte queste categorie, i 150 euro non arriveranno prima dell’inizio del 2023.

Leggi chi deve fare domanda e chi no per i 150 euro?

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