Agevolazioni

La detrazione si somma al bonus trasporti

di Stefano Sirocchi

È di quasi 100 euro il risparmio che si può ottenere su un abbonamento annuale di 250 euro ai mezzi pubblici locali se si utilizza il nuovo bonus trasporti di 60 euro e si può beneficiare della detrazione Irpef al 19% sulla residua spesa sostenuta, pari a 36,10 euro; sale invece a 107,50 euro se il costo dell’abbonamento è di 330 euro, o comunque non inferiore a 310 euro.

L’articolo 35 del decreto Aiuti (Dl 50/2022) consente alle persone fisiche - con reddito Irpef non superiore a 35milanel 2021 - di richiedere entro fine anno un buono fino a 60 euro da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale e ferroviario nazionale (con esclusione di alcune classi) fino a esaurimento delle risorse stanziate, ossia 180 milioni.

Il buono, che è nominativo e non cedibile, può essere utilizzato per un solo abbonamento annuale, mensile o anche per più mensilità. Nella domanda, da inoltrare presso l’apposito portale (www.bonustrasporti.lavoro.gov.it), deve essere indicato il valore del buono richiesto, fino a 60 euro, tenendo conto che l’importo può coprire interamente o parzialmente il costo dell’abbonamento. Ottenuto il voucher, lo stesso è spendibile entro il mese di emissione presso il gestore del servizio di trasporto indicato nella domanda.

L’intervento rafforza e si aggiunge alle precedenti misure volte a incentivare la mobilità sostenibile, in particolare quelle contenute nell’articolo 1, comma 28, della legge 205/2017 (Bilancio 2018), con cui è stato introdotto un doppio regime agevolativo per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, anche se, invero, nel nuovo provvedimento l’intento è di carattere sociale e prettamente rivolto al sostegno di lavoratori e famiglie per contrastare il caro prezzi.

In particolare si tratta della previsione, rivolta alle persone fisiche e inserita all’articolo 15, comma 1, lettera i-decies, del Tuir che consente di fruire della detrazione fiscale del 19%, relativamente agli oneri sostenuti per tali abbonamenti fino a un importo non superiore a 250 euro. Quindi chi fruisce del bonus trasporti fino a 60 euro può detrarre la spesa residuale sostenuta per un importo complessivamente non superiore a 250 euro all’anno (compresi altri abbonamenti, anche di familiari a carico) e sempreché la stessa sia avvenuta con carta di credito o altri mezzi di pagamento tracciabili.

L’altra agevolazione riguarda il welfare aziendale, si trova all’articolo 51, comma 2, lettera d-bis, del Tuir e prevede la completa detassazione del costo degli abbonamenti al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale per le relative somme erogate dal datore di lavoro o da questi rimborsate ai dipendenti a fronte di idonea documentazione.

In questo caso il datore può provvedere volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto, accordo o regolamento aziendale nei confronti dei lavoratori o suoi familiari a carico a condizione che il beneficio venga offerto alla generalità o a categorie omogenee di dipendenti.

Nei piani con flexible benefit, che ricomprendono gli abbonamenti ai mezzi pubblici nel paniere di beni e servizi selezionabili, può essere vantaggioso per i dipendenti interessati richiedere il bonus, al fine di utilizzare il credito welfare disponibile per altre spese.

Viceversa, parrebbe inutile richiederlo nei casi in cui il datore di lavoro concede il rimborso completo dell’abbonamento a tutti i dipendenti in aggiunta o a prescindere dall’erogazione di eventuali altri benefit. A meno che il datore decida di redistribuire le risorse risparmiate con il bonus a quei dipendenti che lo hanno richiesto, come ad esempio tramite erogazioni in natura, peraltro esenti da imposta se complessivamente inferiori a 600 euro (articolo 12 del Dl 115/2022).

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