Contenzioso

Consulenze pubbliche gratuite ma senza abusi

di Giovanni Negri

Il Consiglio di Stato detta le condizioni per l’affidamento di consulenze gratuite ai professionisti. E lo fa accogliendo, con la sentenza n. 7442 depositata ieri, l’appello presentato dagli Ordini forensi di Roma e Napoli contro la pronuncia del Tar Lazio del 2019 che aveva considerato legittimo l’avviso pubblico del Mef per la ricerca di consulenti a titolo gratuito su una serie di materie giuridiche.

Rispetto alle contestazioni sulla gratuità dell’incarico, il Consiglio di Stato osserva, tra l’altro, che «nell’ordinamento non è rinvenibile alcuna disposizione che vieta, impedisce o altrimenti ostacola l'individuo nella facoltà (essa sì espressione dei diritti di libertà costituzionalmente garantiti) di compiere scelte libere in ordine all’an, al quomodo e al quando di impiegare le proprie energie lavorative (materiali o intellettuali) in assenza di una controprestazione, un corrispettivo o una retribuzione anche latamente intesa».

Nel caso esaminato, sottolinea ancora la sentenza, il professionista può trovare una gratificazione certa e soddisfazione personale nell’apporto dato alla “cosa pubblica”. Quanto all’equo compenso, nella lettura del Consiglio di Stato, questo sta a significare che se il compenso è previsto questo deve essere equo e non anche che un compenso debba sempre essere previsto.

Dove però l’avviso del Mef cade è per la carenza di determinatezza, indispensabile per assicurare l’imparzialità della pubblica amministrazione, «nella selezione e nella scelta dei professionisti, di modo che in questo “nuovo mercato”delle libere professioni nessuno abbia ad avvantaggiarsi a discapito di altri».

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