Contenzioso

Dopo la protesta in arrivo la vigilanza sugli effetti della norma sul contribuente

di I.Cimm.

La levata di scudi dei professionisti contro la «non impugnabilità dell’estratto di ruolo» è stata, in questi giorni, compatta. L’emendamento, in effetti – inserito nel decreto fisco-lavoro (Dl 146/2021), votato al Senato e ora alla Camera dove non sarà più modificato – vieta l’impugnazione di cartelle e ruoli attraverso l’estratto di ruolo, con l’obiettivo di limitare i ricorsi «pretestuosi», come segnalato dall’agenzia delle Entrate-Riscossione.

Ma i professionisti vedono soprattutto l’altra faccia della medaglia, quella che può ridurre le loro attività e comprimere i diritti del cliente. E contro questa si schierano con qualche risultato, anche se non con l’effetto sperato, almeno finora: la nuova norma infatti resta, ma da Palazzo Chigi trapela che è in arrivo un monitoraggio sugli effetti della disposizione per valutare l’eventuale compressione del diritto di difesa.

Ed è proprio questo il punto focale nel mirino delle categorie. Secondo l’avvocato Maria Masi, presidente facente funzioni del Consiglio nazionale forense (Cnf), «lo snellimento dell’attività di riscossione e la dichiarata azione di contrasto alle cause pretestuose non può avvenire a danno della tutela dei diritti di difesa». Secondo Pasquale Saggese, coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale commercialisti, «i nuovi limiti comportano un’irrazionale compressione del diritto di difesa e un’ingiustificata disparità di trattamento per i contribuenti senza rapporti con la Pa, di dubbia legittimità costituzionale. È singolare che il legislatore per diminuire il contenzioso, invece di mettere mano alla tanto attesa riforma della giustizia tributaria, con giudici professionali e a tempo pieno, prenda la scorciatoia di restringere il campo della impugnabilità degli atti impositivi».

Il presidente dell’Unione nazionale camere tributaristi (Uncat), Antonio Damascelli, spiega che «l’emendamento suscita non poche perplessità di carattere tecnico, non disgiunte dal disappunto per l’ostinazione a mantenere in vita la novità nonostante il coro unanime di protesta».

Gabriele De Marco, componente della giunta nazionale di Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), ritiene che «trattasi di misura che persegue finalità esclusivamente deflattiva del contenzioso, senza tener conto, nel bilanciamento dei contrapposti interessi».

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