Contrattazione

Il premio aziendale rilancia Fiorucci

di Claudio Tucci

La contrattazione aziendale, e quindi la trattativa, anche serrata, con il sindacato, può risollevare le sorti di una impresa dopo cinque anni di dura crisi? Sì. Sta accadendo alla Cesare Fiorucci, il marchio leader in Italia nella produzione di salumi, che nelle scorse settimane, affiancata da Unindustria, dopo sette mesi di confronto, ha firmato con le organizzazioni sindacali e la Rsu un accordo innovativo che ha permesso di rilanciare lo stabilimento di Santa Palomba, Pomezia (Roma), salvaguardando l’intero perimetro occupazionale (circa 500 lavoratori) e puntando su un mix ammortizzatori-misure di welfare in grado, nei prossimi mesi, di invertire rotta in termini di rilancio di competitività e redditività aziendale.

Del resto, la situazione di partenza non era affatto agevole: colpa di una congiuntura negativa che ha inciso profondamente su volumi di produzione e fatturato, e con l’apertura, a gennaio, di una procedura di licenziamento collettivo per 106 lavoratori, che adesso, però, è stata definitivamente ritirata.

«I dipendenti sono stati collocati in solidarietà difensiva per 21 mesi, a partire dal 1° aprile, - ha spiegato Alberto Alfieri, Ad di Fiorucci - e c’è stata, anche, una rivisitazione degli accordi di secondo livello: alcuni istituti come l’indennità di trasporto, le navette, le cure termali e i generi in natura sono stati cancellati, mentre altri, come il vecchio premio di produzione, vengono adattati ai nuovi criteri di flessibilità ed efficienza». Durante il periodo di solidarietà tutto il personale rinuncerà a quattro giornate di riduzione dell’orario di lavoro l’anno (senza trattamento economico aggiuntivo/sostitutivo) e alcune attività aziendali, non considerate “core” sono state esternalizzate a società terze, ma con riallocazione degli addetti impiegati.

Il passo avanti verso la ripartenza è rappresentato dal rinnovato premio di produttività (denominato, ora premio di partecipazione). Il bonus è variabile (vale per il triennio 2017-2019) e, per gli operai, è ancorato al tasso di assenteismo individuale per malattia, in Fiorucci da tempo superiore a quello medio del settore (oltre 11% a fronte del 4%). «In caso di riduzione scatterà il bonus - ha aggiunto Alfieri -. Valorizziamo l’assiduità dei lavoratori sulle linee di produzione. Per gli impiegati, invece, è stato disegnato, in via sperimentale, un Piano di Welfare, a valere per il 2017, con un paniere piuttosto variegato di beni e servizi (dall’istruzione, alle cure sanitarie, alla previdenza integrativa, al tempo libero) da fruire attraverso la piattaforma Welfare di Unindustria». Inoltre, dal 1° aprile a tutti i dipendenti è riconosciuto un “voucher” annuo di 258 euro da spendere sempre in iniziative di welfare. «È un vero cambio culturale - ha proseguito Alfieri -. L’azienda ha poi da tempo in atto una rivisitazione completa della propria offerta commerciale puntando su qualità e prodotti innovativi per venire incontro alle nuove esigenze del mercato».

«L’accordo Fiorucci dimostra ancora una volta che, per il perseguimento di obiettivi di competitività, produttività, redditività, ed efficienza, seppur in situazioni difficili, azienda e rappresentanze dei lavoratori riescono a trovare le soluzioni necessarie per il bene comune, in questo caso utilizzando anche le opportunità offerte dalla legislazione nazionale a sostegno della contrattazione aziendale - ha sottolineato Marcello Orifici, direttore Lavoro, welfare e capitale umano di Unindustria -. Spostare inoltre l’attenzione verso la necessità di contemperare le esigenze dell’impresa con il benessere dei lavoratori attraverso forme innovative che permettono la disponibilità di servizi di welfare aziendali è ora e sarà nei prossimi anni un obiettivo da perseguire nelle negoziazioni di secondo livello in azienda».

L’intera operazione di rilancio della Cesare Fiorucci è «una notizia positiva - ha commentato l’assessore al Lavoro della regione Lazio, Lucia Valente -. Grazie al senso di responsabilità di azienda e sindacati sono stati salvaguardati tutti i posti di lavoro, bilanciando in via sperimentale alcuni diritti quali la retribuzione e l’orario di lavoro con altri istituti contrattuali quali premi di partecipazione e programmi di welfare aziendale. La strada è ancora lunga, ma gli accordi sottoscritti sono un primo passo verso una soluzione che mi auguro sia la più stabile possibile».

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