Contrattazione

Gig economy, ai rider il contratto logistica con lavoro subordinato

di Cristina Casadei

Il ranking reputazionale e l’algoritmo non potranno più essere il criterio che guida l’organizzazione dei turni. Nel rapporto di lavoro, per i rider arrivano contratto di lavoro subordinato, tutele e regole per il rispetto della loro privacy. Nelle maglie delle carte dei comuni, come quella di Bologna, delle leggi regionali, come quella del Lazio, dei tavoli ministeriali, come quello al ministero del Lavoro, a dire l’ultima nel mondo dei rider e delle piattaforme di consegna a domicilio, è un classico contratto di lavoro, quello di Logistica, trasporti merci e spedizioni.

Con il verbale siglato ieri da Confetra, Fedit, Assologistica, Federspedi, Confartigianato Trasporti e Fita-Cna e da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, viene disciplinata la figura del rider, introdotta dal contratto del 3 dicembre del 2017. Dopo che nel contratto precedente era stata introdotta la figura del driver ossia colui che fa consegne a domicilio con furgoncini e piccoli mezzi. A differenza della giungla del passato, oggi, come spiega Giulia Guida della Filt Cgil, la figura del driver è tutelata e contrattualizzata e l’obiettivo è arrivare a una situazione analoga anche per i riders. Insomma, prima fu il driver, adesso è il rider, il contratto c’è, l’articolato è stato scritto e basta solo applicarlo. «La contrattazione si conferma determinante per risolvere le sfide del lavoro, anche quelle nuove poste dalla gig economy», dice Maurizio Diamante della Fit-Cisl. «Con questo contratto si sancisce che i rider sono lavoratori subordinati e non autonomi, come erroneamente indicato da alcuni tribunali», aggiunge Claudio Tarlazzi della Uiltrasporti.

Innanzitutto si prevede che ai riders siano applicate tutte le coperture assicurative e previdenziali secondo la legge e il contratto della Logistica, comprese la sanità integrativa e la bilateralità. Per l’inquadramento, questi lavoratori rientrano nell’area C e da un calcolo della Filt Cgil, secondo il parametri fissato, e cioè il 110, mediamente la retribuzione base è di 867 euro lordi mensili, che diventerebbero 1.460, aggiungendo tutti gli istituti. L’orario ordinario di lavoro è 39 ore settimanali, distribuibile fino a 6 giorni a settimana e conguagliabile in 4 settimane. La durata massima dell’orario non può essere superiore alle 48 ore. Vengono inoltre previsti part time, apprendistato, dispositivi di protezione (caschetti, indumenti ad alta visibilità, guanti, luci di segnalazione), assicurazione contro terzi a carico dell’azienda, contrattazione di secondo livello e norme specifiche sulla privacy.

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