Contrattazione

Accordo sull’Ilva, riassunti in 10.700

di Carmine Fotina e Domenico Palmiotti

Con uno scatto notturno, salendo da 10.300 a 10.700 assunzioni come base di partenza, la trattativa su Ilva si è sbloccata portando ieri alla firma dell’accordo. Entro il 14 settembre si svolgerà il referendum con i lavoratori e se ci sarà esito positivo dal giorno dopo inizierà l’era di ArcelorMittal, capofila della cordata AmInvestco.

La gara non sarà annullata a questo punto, ha confermato il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, sostenendo la tesi del mancato «interesse pubblico concreto e attuale». La procedura si chiude formalmente oggi (acquisito un ultimo approfondimento dell’Ambiente) e si attende la pubblicazione del parere dell’Avvocatura dello Stato. La ventilata riconversione dell’impianto - uno dei punti inclusi nel contratto di governo - non ci sarà e bisognerà vedere la reazione del territorio e degli ambientalisti. «Vareremo una legge speciale per Taranto dice Di Maio (una legge per lo sviluppo di Taranto già c’è, la n. 20 del 2015, ndr)». «Metteremo risorse nella legge di bilancio» aggiunge il ministro.

L’accordo finale
I lavoratori Ilva manterranno i diritti acquisiti incluso l’articolo 18, condizione prevista anche dal precedente governo. Le proposte di assunzione a tempo indeterminato di ArcelorMittal spa e di tre affiliate saranno in partenza 10.700 (nella versione di due giorni fa erano 10.100 entro il 2018 e altre 200 entro il 2021). Per il resto lo schema è confermato: esodi incentivati con dote di 250 milioni e poi - tra il 23 agosto 2023 e il 30 settembre 2025 - proposta di assunzioni per chi dovesse essere ancora non assunto o non uscito volontariamente. Fino ai circa 13.500 addetti attuali. Il sindacato nella trattativa notturno ha poi ottenuto che fosse eliminata la clausola di invarianza del costo del lavoro che avrebbe potuto portare a orari o salari ridotti. Una trattativa complicatissima, costantemente coordinata per il ministero sul versante tecnico da Giampiero Castano, che da anni si occupa delle crisi aziendali. In conferenza stampa i segretari dei sindacati - Rocco Palombella (Uilm), Marco Bentivogli (Fim Cisl), Francesca Re David (Fiom Cgil) - hanno sintetizzato la lunga marcia di avvicinamento all’intesa aspettando ora con fiducia il referendum . ArcelorMittal parla di svolta che consente ora «un importante lavoro di rilancio». Per Di Maio si è raggiunto alla fine «il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili» e anche il premier Giuseppe Conte ribadisce che le irregolarità emerse sulla gara non erano l’unica condizione per poterla annullare. Soddisfazione per la chiusura positiva della vicenda trapela anche dal Quirinale.

Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia «la chiusura dell’accordo sull’Ilva è la riprova che è possibile coniugare le ragioni dell’occupazione con quelle dell’ambiente e dello sviluppo nel rispetto delle prerogative dell’acquirente». L’auspicio - dice Boccia - è che segni anche una svolta per mettere al centro la questione industriale. L’ex ministro Carlo Calenda fa «i complimenti a aziende e sindacati e complimenti non formali a Luigi Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta. Ma ora pubblichi il parere dell’Avvocatura».

Gli impegni sull’ambiente
Sul fronte ambientale il principale avanzamento riguarda la copertura dei parchi minerali. La conclusione era inizialmente fissata a gennaio 2020. Il 50% sarà invece ultimato ad aprile del 2019 - si tratta della parte più a ridosso del rione a Tamburi - mentre la restante parte sarà completata come da tabella di marcia iniziale. Ci sono poi una serie di sforbiciate su altri tempi, che vanno da un mese a tre mesi. Da rilevare che già con la proposta integrativa presentata da Mittal nelle scorse settimane la tempistica di una serie di opere è stata ridotta. Rispetto al Dpcm di settembre 2017 e al contratto di acquisizione di giugno 2017, Mittal si impegnava a ridurre i tempi, minimo sei mesi. Oltre ai parchi, il ministero dell’Ambiente, che ha vagliato il relativo piano nei giorni scorsi, ha chiesto che le emissioni non aumentino quando il siderurgico passerà come produzione da 6 a 8 milioni di tonnellate annue.

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