Contrattazione

Flessibilità e tutele nel contratto di lavoro subordinato dei rider

di Matteo Prioschi

Valorizzazione della flessibilità di svolgimento della prestazione ma all’interno di un contratto collettivo nazionale, con tutte le tutele che ne conseguono per i lavoratori. Questo uno degli aspetti caratterizzanti l’accordo aziendale sottoscritto lunedì tra Just eat, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil-Trasporti per inquadrare i rider come lavoratori subordinati.

Di solito in fase di contrattazione, spiega Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl, si passano intere giornate per individuare forme di flessibilità che rispettino comunque le regole di salute e sicurezza ma spesso poi le soluzioni individuate non sono applicate. «L’accordo smentisce chi sostiene che il contratto è vecchio, rigido e inapplicabile. Questa volta siamo stati in grado di far diventare visibili tutte le leve di flessibilità che ci sono in un contratto collettivo di lavoro».

Anche Massimiliano Pischedda di Uil-Trasporti sottolinea il valore di aver inserito i rider nel contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizione che già nel rinnovo del 2017 aveva aggiunto la figura del rider, poi definita meglio con l’accordo attuativo del 18 luglio 2018, «con il conseguente riconoscimento di tredicesima, quattordicesima, Tfr, ferie, permessi, maternità e paternità ma al contempo è rispondente alle necessità specifiche, perché garantisce flessibilità agli stessi rider nella scelta dei turni e tre livelli (10, 20 30 ore settimanali) di orario in base alle esigenze, dato che tra i ciclofattorini si contano sia studenti universitari che padri di famiglia».

In effetti già con l’accordo del 2018 è stato stabilito che l’attività minima settimanale è di dieci ore e quella giornaliero di due, elementi confermati dall’accordo con Just eat. Inoltre, evidenzia Danilo Morini della Filt-Cgil, i contratti flessibili (tempo determinato, somministrazione, intermittente), non potranno superare il 35% dei full time equivalenti, come da contratto nazionale, una volta superata la fase di start up, cioè i primi 9-12 mesi di applicazione del nuovo inquadramento. «L’attività dei rider ha una flessibilità innata che abbiamo cercato di governare». Ora per l’accordo ci sono tre banchi di prova secondo Morini: «Alla prova dei fatti deve risultare sostenibile; occorre verificare cosa succederà nel settore, anche alla luce dei provvedimenti presi dalla Procura di Milano; vedremo come si muoverà il ministero del Lavoro» che sul tema aveva aperto un tavolo già con il ministro Di Maio. Il 25 marzo è stato siglato il Protocollo sperimentale per la legalità contro il caporalato, giudicato dal ministro Andrea Orlando «un importante passo avanti nelle relazioni sindacali con i soggetti imprenditoriali più nuovi». Domani è convocato l’Osservatorio permanente in materia di tutela del lavoro tramite piattaforme digitali.

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