Contrattazione

Stipendi dei docenti, quando l'impegno va messo al centro

di Claudio Tucci


Tutti i rapporti e gli studi, nazionali e internazionali, concordano su un fatto, quando parlano di insegnanti italiani: hanno retribuzioni molte basse e non è prevista alcuna possibilità di crescita professionale. Eppure, molti professori già oggi svolgono diverse funzioni, di coordinamento e a supporto del preside. Ricevendo in cambio solo un modesto “gettone di presenza”.

Calata in un simile contesto l'idea del ministero dell'Istruzione di introdurre una carriera vera e propria per i docenti rappresenta un passo avanti, soprattutto se porterà anche a una rivisitazione dell'attuale sistema degli scatti d'anzianità. Aldilà del nome scelto per le nuove funzioni, “mentor” o “quadri” che siano, l'importante è mettere al centro del sistema il riconoscimento dell'impegno svolto. In classe e fuori. Sul fronte stipendiale, sarebbe stato meglio abolire del tutto gli aumenti automatici. Ora si vorrebbe ridurli fortemente, e stanziare almeno due terzi di risorse per premiare il merito. Staremo a vedere i dettagli dell'operazione, che saranno contenuti nel decreto Buona Scuola.

Il sottosegretario, Faraone, ha detto che i tempi sono maturi per introdurre carriere per gli insegnanti. E' opportuno rilanciare però anche sulla valutazione, e premiare chi davvero fa la differenza. Come del resto, avviene in qualsiasi azienda privata. È ora che lavoro pubblico e privato si armonizzino. Perché la scuola non può fare da apripista?

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