Contrattazione

Tessili, si ferma il tavolo negoziale

di Cristina Casadei

I tessili annunciano lo stato di agitazione. Dopo sei mesi di confronto con Sistema moda Italia, ieri, al termine dell’ennesima ristretta, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno proclamato lo stato di agitazione. La delegazione trattante ritiene impercorribile una soluzione contrattuale che prevede una definizione ex post del salario. Dopo che i sindacati di categoria hanno già rinnovato molti contratti, alcuni dei quali appartenenti al comparto moda con una previsione ex ante degli incrementi sui minimi salariali, ritengono impercorribile la soluzione proposta dalle imprese tessili.

La posizione della controparte datoriale è stata chiarita all’inizio della trattativa e da allora non è mai cambiata. Per la parte economica Smi propone un meccanismo che riallinei ex post i minimi rispetto all’inflazione anche con verifiche annuali. Questo alla luce di quanto accaduto in passato. Lo scorso triennio, infatti, gli indicatori davano preventivamente un’inflazione di un certo tipo. Abbiamo però poi vissuto un periodo di deflazione che ha portato le imprese a pagare somme significativamente più alte rispetto all’inflazione reale. Somme che adesso generano un conguaglio molto problematico e soprattutto mettono in discussione il metodo attraverso cui gli aumenti sono stati definiti. Il richiamo dei sindacati di categoria agli accordi chiusi in altri settori, per le imprese tessili non può funzionare, visto l’andamento degli ultimi anni, le chiusure e i posti di lavoro persi.

La parte economica, certamente non esaurisce il negoziato, ma secondo quanto emerge il sindacato ha posto la pregiudiziale dell’aumento salariale con una previsione ex ante, prima di passare ad altri argomenti. Questo ha fatto sì che in questi sei mesi il negoziato non abbia fatto passi avanti sulla parte normativa e sia rimasto sostanzialmente bloccato, diversamente da quanto accaduto in molti altri settori dove la parte economica è stata lasciata alla fine ma nel frattempo la trattativa si è sviluppata sugli aspetti normativi. È il caso dei meccanici, volendo citare il negoziato più rilevante per numero di addetti e imprese, oppure quello del legno, dove le parti hanno trovato convergenze significative su molti temi. Nel tessile, invece, il negoziato non è riuscito a sbloccarsi e questo impedisce alle imprese anche di fare valutazioni complessive.

Sul metodo per il calcolo della parte economica, per le imprese lo spazio negoziale è comunque ridotto al minimo. Di qui la decisione dei sindacati di dichiarare lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari e delle flessibilità a partire dal 5 ottobre. Pur confermando la plenaria per il 20 ottobre a Milano nella sede di Smi. Sarà a quel punto che la delegazione trattante assumerà le eventuali iniziative finalizzate allo sblocco della trattativa.

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