Contrattazione

Più lavoro per gli over50 e per le donne (+160mila)

di G. Pog. e Cl. T.

L’occupazione aggiuntiva registrata ieri dall’Istat si sta concentrando su donne e, soprattutto, lavoratori over50. Per questi ultimi a novembre si registra su base annua una crescita di 453mila occupati, mentre su base mensile (tra ottobre e novembre) l’incremento è di 75mila. Nella fascia d’età “centrale” tra i 35 e i 49 anni invece il quadro resta piuttosto complicato: le persone occupate su base tendenziale sono scese di 160mila unità (mentre i disoccupati sono +52mila); una dinamica che, se si va più nel dettaglio, sta interessando prevalentemente il settore manifatturiero, ed è spiegata con le tante crisi aziendali ancora in atto, con complicati processi di ristrutturazione ancora in corso (la Cigs, nonostante il Jobs act l’abbia resa più “cara” per le imprese, si è confermata su livelli di guardia, anche se nell’ultimo periodo in calo).

Anche per i giovani, nelle due fasce comprese tra i 15 e i 34 anni, il quadro è tutt’altro che roseo, con una contrazione tendenziale dell’occupazione (-93mila), ed un incremento della disoccupazione (+130mila): in queste fasce d’età c’è stata, sull’anno, una riduzione degli inattivi (-153mila) ma, purtroppo, non compensata da un incremento dei posti.

L’aumento dell’occupazione tra le donne (+160mila su base annua, +32mila su base mensile), in parte si spiega, anche con il maggior numero di “attivazioni”: la forte crisi degli ultimi anni ha portato molte giovani, e non, a cercare un impiego per rimpinguare il bilancio familiare. Il lavoro è stato trovato essenzialmente nel terziario, turismo e commercio. Ma ancora molto deve essere fatto per allineare il tasso di occupazione femminile (48,3%) a quello maschile (66,3%), e per portarlo sui livelli europei. Anche perchè, senza un incremento dell’occupazione femminile, sarà difficile ampliare la base occupazionale del nostro Paese, ancora ferma al 57,3%; certamente si è recuperato terreno nell’ultimo biennio, ma siamo ancora lontani dai livelli pre crisi (58,8% del 2007) e dei paesi industrializzati.

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