Contrattazione

Fca e Ccnl, contratti a confronto

di Filomena Greco

Contratto nazionale dei metalmeccanici e contratto Fiat Chrysler a confronto: a costruire la comparazione è la Fiom, che non è tra i firmatari del contratto FCA e che a dicembre ha sottoscritto, insieme a Federmeccanica e alle altre sigle, il contratto nazionale dei metalmeccanici.

Il punto di partenza è economico: se i dipendenti Fca avessero mantenuto il contratto nazionale oggi guadagnerebbero 76 euro in più al mese. Il gap sarebbe determinato dal fatto che dal 2012, dopo la rottura del fronte sindacale e in concomitanza con l’introduzione del Contratto collettivo di lavoro FCA, il gruppo non ha più applicato gli aumenti in paga base dell’allora contratto metalmeccanico.

Ma le differenze pesano anche su altri piani, come sintetizza Michele De Palma, responsabile Fca per i metalmeccanici della Cgil. I flexible benefit, ad esempio: nel Ccnl non sono sostitutivi degli aumenti in paga base e dei premi. L’accordo tra Fca e sindacati firmatari, invece, prevede la possibilità di trasformare una parte della retribuzione variabile (premi) in beni e servizi. Sotto la lente anche la contribuzione al Fondo Cometa (pensione integrativa): in questo caso il contratto nazionale prevede che le aziende incrementino i versamenti al 2% dei minimi contrattuali senza aggravi per il lavoratore che continuerà a versare l’1,2%, mentre in FCA la quota resterà paritetica. Infine, la sanità integrativa: il contratto dei metalmeccanici prevede che le aziende versino 156 euro/anno per ogni lavoratore senza oneri per quest’ultimo, in FCA i dipendenti contribuiscono con 62 euro. «Faremo le assemblee - sottolinea De Palma – per sensibilizzare sul fatto che il contratto nazionale, unitario, è stato votato dall’80% dei lavoratori, prevede due livelli contrattuali, garantisce una paga base più alta e riconosce il ruolo dei delegati nella contrattazione su condizioni e orari di lavoro».

Taglia corto, in risposta, Ferdinando Uliano segretario Fim-Cisl: «I nostri accordi hanno portato investimenti e lavoro in Italia. I contratti li abbiamo fatti, sia in Federmeccanica che in FCA perché riteniamo che un sindacato deve fare questo e non altro – aggiunge – e nell’ultimo accordo con FCA abbiamo scelto gli aumenti non collegati all’inflazione ma ai risultati, questo ha permesso un’erogazione media di 1.230 euro».

Da domani al Lingotto sono attese le delegazioni sindacali degli stabilimenti Fca di 12 paesi europei per il Cae. «Ci aspettiamo più chiarezza da parte di Fiat Chrysler sugli investimenti in Italia», sottolinea la Fiom.

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