Contrattazione

Sindacati spaccati sui voucher

di Giorgio Pogliotti

Sui voucher il sindacato si spacca tra la Cgil che ha promosso il referendum abrogativo e Cisl e Uil che sostengono le proposte legislative che puntano al ritorno alla regolamentazione originaria delle prestazioni occasionali contenuta nella legge Biagi del 2003. Le due diverse posizioni sono emerse ieri pomeriggio, nell’audizione dei sindacati in commissione Lavoro alla Camera che, con la regia del presidente Cesare Damiano, sta esaminando otto proposte di legge di revisione della disciplina del lavoro accessorio.

La Cgil nella mattinata di ieri ha anche organizzato l’assemblea nazionale delle camere del lavoro per la campagna referendaria sull’abolizione dei voucher ed il ripristino della piena responsabilità solidale negli appalti: «Sentiamo troppo spesso dire che i voucher vanno mantenuti, perché sono una frontiera rispetto al lavoro nero - ha ribadito la leader Susanna Camusso in audizione -. Crediamo che sia un luogo comune giustificatorio, che non si misura col fatto che la crisi ha determinato ulteriori aree di lavoro “grigio” e “nero”. Abbiamo un’ampia documentazione che ci dice come il voucher sia il paravento di attività di lavoro in nero». Per Camusso «questo strumento non è più correggibile e va abrogato», anche il ripristino dei paletti della legge Biagi è bocciato perchè «presuppone che non ci sia un rapporto di lavoro subordinato, permettendo gli abusi che si sono verificati». Nella proposta di legge di iniziativa popolare sulla Carta dei diritti, la Cgil introduce la disciplina del lavoro subordinato occasionale, estendendo anche a questa tipologia di prestazione le tutele e i diritti tipici dei contratti di lavoro subordinati.

La soluzione non è l’abrogazione, secondo la Cisl, che propone di tornare alla legge Biagi, che ha circoscritto l’impiego dei voucher al lavoro occasionale, limitandone l’utilizzo ad alcune prestazioni e per alcune tipologie di persone “svantaggiate”. Per la Cisl le attività occasionali potrebbero essere individuate dalla contrattazione collettiva. «Non serve cancellare i voucher - ha detto la segretaria generale, Annamaria Furlan a margine della prestazione del manifesto per il lavoro - basta modificarli e riportarli ai casi di lavoro discontinuo. Sono mesi che chiediamo al ministro del Lavoro un intervento sui voucher. Qualcosa è stato fatto come la tracciabilità, ma non basta. In alcuni settori gli abusi sono evidenti».

Anche la Uil, per voce di Guglielmo Loy, «condivide l’intento restrittivo di molte delle proposte di legge all’esame della Camera, sul ritorno alla primogenita regolamentazione del 2003 che ponevano come condizione per l’impiego dei voucher il carattere occasionale e accessorio della prestazione, con confini applicativi su prestatori di lavoro, committenti e attività di impiego». Consapevole che «il voucher possa essere uno strumento utile ad arginare il lavoro nero», la Uil ne propone l’utilizzo «in casi eccezionali e temporanei in settori caratterizzati da attività di impresa con forti paletti normativi».

Con questo ventaglio di posizioni sta facendo i conti anche il governo che sta studiando nuovi correttivi alla disciplina del lavoro accessorio, in chiave antiabusi.

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