Contrattazione

Rexroth, meno ore e assunzioni

di Natascia Ronchetti

Limiti alle nuove normative introdotte dal Jobs Act per quanto riguarda i licenziamenti individuali per giustificato motivo o di carattere disciplinare. Ma anche riduzione dell’orario di lavoro e 75 nuove assunzioni a tempo indeterminato nel biennio 2017-2018. Dopo la retromarcia dell’azienda su 138 esuberi, nei tre stabilimenti emiliani della Bosch Rexroth Oil Control arriva l’ipotesi di accordo con i sindacati per il rinnovo del contratto aziendale. Un accordo innovativo che oltre a una nuova organizzazione del lavoro archivia il ricorso allo staff leasing, con l’assunzione entro il mese di maggio di tutti gli oltre 40 lavoratori attualmente impiegati con questo tipo di contratto e apre la strada alla stabilizzazione di circa 35 addetti somministrati a tempo determinato, al termine di un periodo di 36 mesi scaduti i quali scatterà l’obbligo di assunzione. Sono durate due anni le trattative tra i vertici di Bosch Rexroth Oil Control, che fa capo al gruppo tedesco Bosch (colosso da 73 miliardi di euro) e i rappresentanti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil per le tre sedi produttive di Nonantola e Pavullo nel Frignano (provincia di Modena) e di Vezzano sul Crostolo (nel Reggiano).

«Di fronte a un’azienda che chiede un maggiore utilizzo degli impianti abbiamo una ipotesi di intesa che riduce l’orario di lavoro e crea nuova occupazione», dice Simone Selmi, della Fiom-Cgil. Ora la parola passa all’esame dei 1.300 lavoratori coinvolti, con le assemblee che si svolgeranno tra il 26 e il 28 aprile. Una novità riguarda i paletti fissati per i licenziamenti nell’ambito del Jobs Act. Per quanto riguarda quelli di carattere disciplinare sono stati agganciati a quanto stabilito dal contratto nazionale di lavoro, in base al quale il provvedimento sanzionatorio deve essere sempre legato alla gravità del fatto. Mentre per i licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo scatterà la ricerca della soluzione alternativa con il confronto preliminare con gli stessi sindacati.

La nuova organizzazione del lavoro, per quanto attiene ai turni, prevede una rotazione di quattro squadre giornaliere a orario ridotto di 30 ore settimanali nei reparti dove è possibile la cosiddetta “lavorazione al buio” e di 33,5 ore di media su due settimane in quelli dove è impossibile produrre senza un presidio. La principale differenza introdotta, in questo caso, deriva dalla retribuzione piena sulle 40 ore senza la decurtazione dei permessi retribuiti. Differenza che, insieme al diritto a un gettone di presenza per il turno del sabato e alla maggiorazione della retribuzione notturna (dal 25 al 30%), consentirà un aumento lordo mensile che si aggira intorno ai 330 euro. Quanto al premio di risultato sale fino a un massimale di 2.100 euro all’anno, contro gli attuali 1.800.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©